Marco Travaglio e l’Asse dell’odio16 Dicembre 2009 Il quotidiano la Repubblica in questi giorni se ne sta un po’ defilato. Scalfari e D’Avanzo devono essere stati rinchiusi da Ezio Mauro in qualche sgabuzzino della redazione, dove vengono tenuti sotto controllo e serviti di regolari pasti all’ora di pranzo e di cena. Ci dormono anche, nello sgabuzzino, su due brandine allestite in via provvisoria, in fretta e furia, in attesa che le acque si calmino. Ci pensa lui, il direttore, Ezio Mauro, a tenere intanto i contatti con l’esterno, attraverso degli editoriali prudenti, ma che mostrino che gli artigli non sono stati affatto ritirati. Anche oggi, ripete: “Se Cicchitto pensa che questo momento delicato della vita repubblicana possa imbavagliare Repubblica, annacquando il suo giornalismo, si sbaglia. Il Paese, soprattutto nei momenti di confusione, si serve facendo ognuno la sua parte. La nostra è quella di informare: soprattutto degli abusi del potere, nell’interesse dei cittadini.” Il riferimento è al duro intervento che Fabrizio Cicchitto ha tenuto ieri alla Camera, in cui ha fatto i nomi di coloro che egli considera i mandanti dell’attentato a Silvio Berlusconi. Cicchitto non ha avuto peli sulla lingua, forse anche perché, da ex socialista, ha ancora fresca nella memoria la sventurata fine che l’opposizione riservò al suo leader di allora, Bettino Craxi. Subito dopo l’attentato tutti noi abbiamo udito alcune dichiarazioni ciniche e avventate di importanti esponenti politici: Antonio Di Pietro, che dava la colpa di quanto accaduto a Silvio Berlusconi, ossia alla vittima, facendo intendere che se l’era cercata; Rosy Bindi, che malignamente, avvertiva Berlusconi di non fare la vittima. Oggi Concita De Gregorio nel suo editoriale, le fa da corifea, scrivendo: “Ecco il punto: barattare il duomo in faccia con il colpo di spugna. Un folle lo ha ferito, emergenza nazionale, si azzerino i processi.” Ossia, questa aggressione è una buona occasione per Berlusconi per azzerare i suoi processi. Chi sa se la De Gregorio non sospetti che Berlusconi stia organizzando qualche altro attentato a suo carico per trarne vantaggi. Tutto può essere. Poco prima aveva scritto una frase che già aveva  pronunciata in Tv: “Se viaggio costantemente contromano e mi multano 2500 volte non sono perseguitata dai vigili urbani. Ho due possibilità : dimostrare che non ero alla guida oppure pagare la multa.” Non ha scritto, come sarebbe stato corretto: “Se mi si accusa di aver viaggiato contromano, eccetera eccetera”. No, la direttrice de l’Unità ha già dato per scontata la colpa di Berlusconi (“Se viaggio costantemente contromano”) e ha già trasformato in sentenze (le multe) gli avvisi di garanzia. Allorché prosegue con quel: “dimostrare che non ero alla guida” scrive in realtà qualcosa di contraddittorio, che fa a pugni con l’ipotesi iniziale (“Se viaggio costantemente contromano”). Ossia, il reato, nell’ipotesi iniziale,  è dato per certo (il “viaggio costantemente contromano” è dato per avvenuto, e quindi non c’è da dimostrare che non si era alla guida; lo si è ammesso). Mentre nel caso di Berlusconi tutti i procedimenti aperti non hanno ancora provato un bel nulla, né Berlusconi li ha ammessi. Ho insistito su questa breve analisi, per dimostrare quanto sia contorto e subdolo il ragionamento di certi oppositori di Berlusconi. Le loro parole o i loro scritti lasciano la scia bavosa del loro reale pensiero. Ma su tutti spicca Marco Travaglio. Mi sono ascoltato qui i 35 minuti (35:02) del video in cui tiene una specie di lezione sulle ragioni dell’attentato. Pure lui sostiene che l’attentato ha rappresentato un’ottima occasione per Berlusconi (dal minuto 11′), lasciando intendere che se ne gioverà la sua popolarità attualmente in calo (in ciò in piena concordanza, dunque, con la Bindi e la De Gregorio). Poi cerca di passare il testimone del provocatore (lui, che è il provocatore per eccellenza) a Silvio Berlusconi definendolo il più grande provocatore della nostra storia repubblicana (dal minuto 19′), il quale “essendo sopravvissuto” (13:45: quindi, peccato che sia sopravvissuto, sembra insinuare), continuerà ad essere il provocatore di sempre. Interessante quando astrusamente ci fa notare che Berlusconi, ritornando fuori dalla macchina e salendo sul predellino per mostrarsi alla folla (e con ciò impedendo all’auto di allontanarsi subito), avrebbe potuto consentire all’aggressore, dopo che ha creato il caos con l’oggetto contundente, di lanciare anche una bomba per provocare una strage (quindi: Berlusconi  ne sarebbe stato il responsabile)  . Beh, se l’aggressore avesse voluto tirare una bomba l’avrebbe lanciata, mi pare, anche mentre l’auto si allontanava. La strage si sarebbe, ahimé, avuta esattamente secondo i suoi disegni. Ma due sono le parti più raccapriccianti dell’intervento di Travaglio. La prima è quella che comincia dal minuto 14′ ed è una vera e propria legittimazione dell’odio (“non esiste il reato di odio”), che è un allucinante sdoganamento (come si sono sdoganate certe parolacce) di questo nefasto sentimento che ci ha fatti tutti figli di Caino anziché di Abele. Una volta, incontrando lo scomparso scrittore Giorgio Saviane, gli manifestai il mio convincimento che il male stesse progredendo nel mondo molto più velocemente del bene, e che anzi quest’ultimo regredisse, addirittura. Lui mi rispose che sbagliavo, e che era il bene a progredire. La seconda è quella che si ascolta a partire dal minuto 33′: “Il presidente del Consiglio ci serve in ottima salute perché quando se ne andrà da palazzo Ghigi, e se ne andrà prima o poi, e se ne andrà maledetto dagli stessi che lo hanno votato, ci serve in ottima salute, perfettamente compos sui perché si possa rendere conto fino in fondo del male che ha fatto alla gente. Per farlo andare via da palazzo Ghigi bisogna diventare addirittura la sua scorta e proteggere la sua incolumità fino in fondo; ci serve lucido quando gli dovremo dire perché l’abbiamo cacciato di lì e perché non ce lo vogliamo più”. Vi ricordate quel grande capolavoro del regista Ingmar Bergman, “Il settimo sigillo”? Quando l’attore girovago vede sulla collina la scena della morte che si trascina dietro i protagonisti della storia? Esiste un asse dell’odio in Italia. Travaglio  si è assunta  la parte della morte e si trascina dietro il quotidiano la Repubblica, Concita De Gregorio, Antonio Di Pietro e l’immarcescibile Rosy Bindi. Articoli correlatiSul sito di Marco Travaglio il video e il testo completo del suo intervento. Qui. Su Concita De Gregorio, qui. Letto 1945 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Ambra Biagioni — 16 Dicembre 2009 @ 17:43
Qui la prima vera presa di posizione da parte di Polito Direttore del Riformista
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 16 Dicembre 2009 @ 17:50
Bravo Polito. Ora, Ambra, toccherebbe al  Pd  capire che va isolato anche Di Pietro. La Bindi e Franceschini sembrano le propaggini di un male che viene da Di Pietro. Se non lo isolano si propagherà presto al suo interno.
Ma ci sono le elzioni regionali e Di Pietro fa comodo…
Commento by Carlo Capone — 16 Dicembre 2009 @ 19:34
LONDRA – Un editoriale del Guardian, il più importante quotidiano filolaburista britannico, interviene sulle polemiche che divampano in Italia sull’attacco a Silvio Berlusconi. Con un titolo mezzo in inglese, mezzo in italiano, “Politics alla puttanesca” (Politica alla puttanesca), il commento nella pagina degli editoriali e senza firma, dunque espressione della direzione del giornale come è tradizione della stampa anglosassone, comincia osservando che da due giorni il nostro Paese è in preda a un dibattito per stabilire se l’aggressione al premier è il prodotto di quello che egli ha definito il “clima di odio” contro di lui.
L’articolo parla quindi del discorso tenuto da Fabrizio Cicchitto, leader del Pdl alla Camera dei deputati, che ha elencato i “presunti responsabili della suddetta campagna di odio” contro il primo ministro: la Repubblica, L’espresso, Marco Travaglio, i partiti di opposizione, certi giudici. “Indicare un giornalista come qualcuno che ha a che fare, direttamente o indirettamente, con l’attacco di un folle, è una vecchia tecnica sperimentata nel periodo più buio della storia europea”, afferma l’editoriale. “Non contento di dichiarazioni offensive, Berlusconi intende legiferare. Il suo ministro degli Interni ha annunciato che domani il governo valuterà due nuove leggi che limitano le dimostrazioni di protesta e i ‘siti dell’odio’ su internet. Ma invece di cercare un capro espiatorio politico, il 73enne tycoon dei media dovrebbe chiedersi perché 250 mila italiani sono scesi in piazza per il No Berlusconi Day”.
Nel resto d’Europa, continua il Guardian, “ci sono dimostrazioni contro una politica o un governo. In Italia la gente protesta contro il primo ministro non per ciò che rappresenta, ma per quello che è. Ed è una protesta con buone ragioni. E’ un uomo coinvolto in scandali di sesso che rivelano il suo uso di prostitute. Persa l’immunità giudiziaria, egli è ora sotto processo per frode, corruzione ed evasione fiscale. E per tutto questo, cerca di dare la colpa a giornalisti, giornali, magistrati che insistono a fare il proprio mestiere e rifiutano di farsi intimidire da lui”.
L’attacco fisico che Berlusconi ha subito è stato “perfido ed esecrabile”. Ma “non ci sono prove che sia stato organizzato da altri”. I gruppi spuntati su Facebook che inneggiano all’aggressione sono “di cattivo gusto”, ma non richiedono una campagna per chiudere siti internet giudicati “incitatori della violenza”. In conclusione, scrive il Guardian, la risposta di Berlusconi e del suo partito “ricorda una repubblica dell’Asia centrale”. E a questo punto “i leader mondiali dovrebbero cominciare a prendere le distanze da un uomo simile”.
Giornali e telegiornali di tutto il mondo continuano a seguire gli sviluppi del caso, riportando bollettini sullo stato di salute di Berlusconi e le conseguenze politiche dell’attacco. L’Independent nota che l’aggressore rischia una pena di cinque anni di carcere per il suo gesto e scrive che le statuine del Duomo di Milano, del tipo usato da Massimo Tartaglia per colpire Berlusconi, “si vendono più in fretta del panettone e sono addirittura esaurite in certe bancarelle del centro” nel capoluogo lombardo. Il Times pubblica invece una riproduzione di una statuina di Berlusconi sanguinante col volto tumefatto, rimarcando che va a ruba a Napoli e in altre città , dove alcuni la mettono fra le statuine del presepe.
Il francese Le Monde parla di “isteria” del dibattito politico italiano e scrive che “la statuetta lanciata al volto del Cavaliere a Milano somiglia molto al temuto epilogo di una lunga stagione di odio”. Dopo aver analizzato la situazione sul versante dell’opposizione e dei media, il quotidiano definisce quello italiano “un clima da fine regno”. E conclude che “Berlusconi ha poche possibilità di ottenere un quarto mandato nel 2013, al termine di quello in corso”. Questo perché “debolezza politica, conflitto di interessi, fibrillazioni della maggioranza, esasperazione dell’opposizione, semplificazione del dibattito e saturazione dello spazio mediatico” constituiscono “un cocktail che forse è esploso il 13 dicembre (il giorno dell’aggressione, ndr) portanto a una prima risposta alla domanda che pone Berlusconi: “Perché tanto odio?”“.
Fonte: Repubblica on line del 16.12.09
Commento by Ambra Biagioni — 16 Dicembre 2009 @ 19:49
Quanto andiamo noi a sfruculiare fra le loro cose ?
Certamente Repubblica e compagnia passano le “veline” a certi giornali che le confermano per partito preso e non certo per il minimo sforzo di ricerca della verità .
Immorali sono i giornali italiani e più immorali sono i pappagalli esteri. Ciò che più mi indigna però è il trovare compatrioti che danno loro credito.
Commento by Ambra Biagioni — 16 Dicembre 2009 @ 19:51
Mi piace aggiungere :
Tristo è quel frate che dice mal del suo convento.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 16 Dicembre 2009 @ 19:55
Il Guardian, Carlo, è un po’ come la nostra Repubblica. Come El Pais. Ci sono giornali stranieri che stanno facendo campagna contro Berlusconi un po’ soffiati da Murdoch, un po’ dall’opposizione (ricordati il  4 dicembre quando Spatuzza fu mandato in mondovisione senza che fosse stato fatto alcun riscontro. Come un trapezzista senza rete.  Ricordati di D’Alema che, con l’avvento di Berlusconi, andava all’estero a parlare di fascismo in Italia).
Io consiglierei di lasciare a noi italiani il giudizio su ciò che sta succedendo in casa nostra. Non credo che ci siano giornalisti tanto acuti da poter dare a noi di casa una lezione sull’interpretazione dei fatti.
Basta ricordare, Carlo, che da tanto tempo si sta parlando che in Italia c’è una dittatura strisciante e c’è il soffocamento delle libertà .
Tu sei convinto che sia così? In Italia, a mio avviso, c’è il massimo di libertà possibile in una democrazia.
Non ci sarà nessuno che potrà convincermi che  io sto vivendo  sotto una dittatura strisciante, ben oleata, camuffata o quant’altro vuoi. L’Italia è un Paese libero e democratico e non ha da invidiare niente a nessun altro Paese.
Anche dalla crisi, pur in presenza di lacerazioni sociali, sussistenti anche in tutto il mondo occidentale colpito da una crisi economica senza precedenti, siamo quelli che ne stiamo uscendo meglio, e non me lo sarei aspettato.
Contrariamente a quanto dichiara continuamente l’opposizione, il governo sta contrastando adeguatamente la crisi, e ciò gli viene riconosciuto dagli organismi internazionali. Sono convinto che se in Italia ci fosse stata al governo, in questo delicato momento, la sinistra, la nostra crisi avrebbe preso ben altra strada portandoci alla catastrofe economica e sociale.
Commento by Giorgio Di Costanzo (Ischia) — 16 Dicembre 2009 @ 22:39
SENZA PAROLE
TREVISO. “Una legge per abolire l’Italia dei valori e Rifondazione comunista”: fra tutti i commenti successivi all’aggressione di Berlusconi si segnala quello della Giovane Italia della provincia di Treviso, il movimento giovanile del Pdl.
In un comunicato stampa diffuso stamattina, il coordinamento provinciale dei giovani berlusconiani accusa apertamente dipietristi e rifondaroli come partiti “che hanno come unico scopo l’inneggiare alla violenza e alla disobbedienza civile”. Pertanto da cancellare attaverso “un intervento istituzionale molto forte che si traduca in una legge abolitiva”. Â
Commento by Ambra Biagioni — 16 Dicembre 2009 @ 22:44
Qui i commenti del Legno
Commento by Carlo Capone — 16 Dicembre 2009 @ 22:46
Bart, non possiamo dire che anche la stampa estera, o quanto meno un’autorevole  fetta di essa  sia un covo di sovversivi. Qui stiamo parlando di Guardian, Indipendent, Le Monde,Times, non dell’Eco di Melegnano (con tutto il rispetto).  Nè, figurarsi,  io  sono il tipo che tira giù Casa sua. Sono un cittadino che  inanzitutto crede nel governo dell’Italia,   intanto  perchè  è giusto così  e  poi perchè l’Italia è il centro  di sua vita, e avendo fatto la tara su gossip,   oscuri interessi sovranazionali, testimonianze date per vere, giudici  orientati a senso unico,  legittimamente si chiede: che diavolo succede? possibile   sia  un complotto simil planetario? siamo tornati ai tempi della perfida Albione e delle demoplutocrazie?  quei tempi   sono costati ai nostri padri sangue, lutti, umiliazioni, fame, povertà , distruzione. E su queste rovine  essi, come sempre l’un contro l’altro animati, hanno  pur  costruito  uno straccio di democrazia, che sarà anche   imperfetta  ma è tutto quanto possediamo. Oltre di essa, se ci va bene,  ci sono  Peron e  fatale  Consorte.  Che i nostri figli non ci stramaledicano.
Commento by Ambra Biagioni — 16 Dicembre 2009 @ 22:52
…”…Guardian, Indipendent, Le Monde,Times…”…
Tremo come una verga di fronte a questi angeli vendicatori !
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Dicembre 2009 @ 00:21
Carlo, ascolta o leggi quello che ha detto Travaglio il giorno dopo l’attentato, qui.
Quando, ormai mesi fa, scrivevo che l’antiberlusconismo avrebbe accecato non solo la politica ma anche le coscienze, avevo ragione. Basta che tu torni indietro ai miei articoli e ai miei commenti di risposta ad altri che non ci credevano.
Domenica abbiamo visto che cosa è successo. E oggi alla Bocconi, per poco non scoppiava una tragedia. Dobbiamo, Carlo, ragionare con la nostra testa, aprire noi gli occhi, guardarci intorno. Può essere che io e te vediamo le cose che ci circondano in maniera diversa. Questo non è che democrazia. Importante è non affidarci agli altri, a ciò che ci vogliono far credere, e soprattutto non affidarci ai giornali stranieri.
Quando ti ho domandato se tu credi davvero che in Italia ci sia una specie di dittatura moderna e ci sia una minaccia alla libertà di stampa, è perché il confronto fra me e te, che in questo Paese ci viviamo, è molto più importante che leggere il Guardian e tutti gli altri giornali stranieri, ai quali, peraltro, dell’Italia importa assai poco.
Commento by kalle — 17 Dicembre 2009 @ 13:04
Caro Bart, come sai le nostre idee divergono molto su vari argomenti, al momento. Non sono d’accordo con molte delle cose che scrivi, incluso il tuo giudizio su Marco Travaglio. Pero’ voglio usare due parole per quel che scrivi sulla stampa straniera. Non e’ vero che dell’Italia all’estero importi assai poco. Non e’ affatto cosi’. All’estero interessa eccome quanto avviene in Italia. Interessa intanto quasi da un punto di vista sentimentale: perche’ moltissimi cittadini europei amano l’Italia e quello che l’Italia rappresenta in termini di cultura e stile di vita. Ma poi, soprattutto siamo parte dell’unione europea. Credi che non conti? Posso capire i giudizi contro Berlusconi non piacciano. Posso anche capire se pensi che siano dovuti a cattiva informazione. Ma la realta’ europea di questi giorni e’ quella di una grande interconnessione politica ed economica. In Inghilterra e in Germania sanno che il loro futuro dipende anche da noi – proprio come noi sappiamo che le decisioni che ci riguardano dipendono eccome dalla politica interna tedesca, inglese, francese. Quindi, si possono dire molte cose, ma non che dell’Italia all’estero importi assai poco.
Vorrei poi dire una cosa sulla tua affermazione: “In Italia, a mio avviso, c’è il massimo di libertà possibile in una democrazia”. Vorrei cercare di farti capire perche’, dal mio punto di vista, la tua affermazione suoni quasi paradossale. L’ho gia’ scritto molte volte, ma continuo a sorprendermi nel vedere come persone in buona fede, quali tu certamente sei, possano completamente ignorare un fatto che per me, per molti, pesa come un macigno. Berlusconi e’ titolare di concessioni governative televisive e sostanzialmente il dominatore della televisione privata italiana. Non voglio parlare della Rai. Ma la quasi totalita’ della televisione privata italiana e’ di proprieta’ del presidente del consiglio. No, caro Bart, questo non e’ il “massimo di libertà possibile”. Un paese, l’Italia in questo caso, sarebbe *piu’ libero* se il sistema televisivo privato non fosse sotto il controllo del presidente del consiglio. Possibile che tu, persona in buona fede, non ti chieda se quel controllo non favorisca Berlusconi alle elezioni? O, ad esempio, non penalizzi partiti come, per dire, quello di Di Pietro, o Rifondazione Comunista? Bart, tu parli spesso di legittimazione di Berlusconi a governare. Benissimo. Ma ci si potra’ chiedere quanto il controllo da parte di Berlusconi di meta’ del sistema televisivo italiano influenzi i risultati di quelle elezioni? Elezioni che si svolgono in tali condizioni sono le “piu’ libere” che si possa immaginare? Ovviamente no, io direi. E’ cosi’ evidente che sarebbe meglio avere una televisione libera, indipendente, pluralista. E allora, perche’ invece ci assicurate che non ci sono problemi, che siamo il paese piu’ libero che ci sia? Come possiamo darvi ragione?
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Dicembre 2009 @ 13:21
Kalle, mi fa piacere leggere da te, che vivi all’estero, che agli stranieri interessa l’Italia. Però questo non significa che siano ben informati.
Riguardo al Berlusconi proprietario di alcuni media, ti faccio notare che i maggiori programmi che parlano di politica e che vengono seguiti dai cittadini sono sulle tv di Stato e su tv7. Le tv private di Mediaset hanno solo Fede.
A smentire l’efficacia della persuasione televisiva sul corpo elettorale ( e che è tanto servita strumentalmente agli oppositori di Berlusconi) ti incollo la successione dei governi dal 1992, in cui vedi che praticamente è pari e patta (la fonte qui):
XI Legislatura (23 aprile 1992 – 14 aprile 1994)
49. Governo Amato (28.06.1992 – 22.04.1993); Coalizione politica: DC, PSI, PSDI, PLI; Durata: 298g.; Crisi: 6g.
50. Governo Ciampi (28.04.1993 – 16.04.1994); Coalizione politica: DC, PSI, PSDI, PLI; Durata: 353g.; Crisi: 24g.
XII Legislatura (15 aprile 1994 – 8 maggio 1996)
51. Governo Berlusconi (10.05.1994 – 22.12.1994); Coalizione politica: FI, LN, AN, CCD, UDC; Durata: 226g.; Crisi: 26g.
52. Governo Dini (17.01.1995 – 17.05.1996); Coalizione politica: Indipendenti; Durata: 486g.
XIII Legislatura (9 maggio 1996 – 29 maggio 2001)
53. Governo Prodi (18.05.1996 – 9.10.1998); Coalizione politica: PDS, PPI, Lista Dini, UD, Verdi; Durata: 876g.; Crisi: 17g.
54.Governo D’Alema (27.10.1998 – 18.12.1999); Coalizione politica: Ulivo, PDCI, UDEUR; Durata: 423g. Crisi: 4g.
55.Governo D’Alema (22.12.1999 – 19.4.2000); Coalizione politica: DS, PPI, Democratici, UDEUR, PDCI, VERDI, Rinnovamento; Durata: 119g.
56.Governo Amato (25.04.2000 – 11.06.2001); Coalizione politica: DS, PPI, Democratici, UDEUR, SDI, PDCI, VERDI, Rinnovamento, Indip.; Durata: 398g
XIV Legislatura (30 maggio 2001 – 17 maggio 2006)
57. Governo Berlusconi (12.06.2001 – 23 aprile 2005); Coalizione politica: Forza Italia, AN, Lega Nord Nord, Biancofiore (Ccd – Cdu), Indipendenti, Partito repubblicano
58. Governo Berlusconi (23 aprile 2005 – 17 maggio 2006); Coalizione politica: Forza Italia, AN, Lega Nord Nord, Biancofiore (Ccd – Cdu), Indipendenti, Partito repubblicano
XV Legislatura (17 maggio 2006 -)
59. Governo Prodi (17.05.2006 – ); Coalizione politica: Ulivo, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, Udeur, Verdi, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno.
Dal 2008 abbiamo il governo Berlusconi.
Commento by Carlo Capone — 17 Dicembre 2009 @ 13:29
Bart, se stiamo a discutere, tanto più per iscritto, significa che  ci è consentito  farlo e dunque c’è libertà . La verità è fattuale, non c’è neanche bisogno di ribadirla. Chi parla, e lo ha fatto numerose volte, di minaccia alla libertà è il Premier. Dopo di che ciascuno è libero, soprattutto davanti alla propria coscienza, di formulare ipotesi sul futuro. Faccio soltanto notare che un pericoloso sovversivo quale Casini ha  dichiarato che l’ipotesi di elezioni anticipate, ventilate dal PdC prima dell’incidente, troverebbe l’UDC in un fronte compatto e ‘Repubblicano’. Quest’ultimo aggettivo non è ovviamente riferito al giornale del Demonio ma a un fronte che si muoverebbe in difesa di ordinamenti giudicati in pericolo per una mossa del genere. (Nota: per fortuna nostra   Berlusconi dal suo letto ha smentito ogni ipotesi di ricorso alle urne prematuro).
Quanto all’attenzione  verso la  stampa estera ti faccio osservare che non viviamo più in un mondo di steccati e che le interdipendenze sono un dato di fatto.  E meno male, dico io,  se vado a  Londra  alla dogana di Heathrow non devo  esibire nemmeno la carta di identità . La prima volta che ci andai, nel 72, dovetti mostrare il passaporto. Vedi tu.
 Ma fare un esempio più corposo di dipendenza reciproca,    se  l’UE, cui abbiamo aderito con grandi sacrifici, declassa il rating del bilancio Greco a tremare sono prima di tutto quei cittadini, quella gente comune come noi, che ha sottoscrittoi  BOT ellenici. Cavoli, non soltanto il Sole, vado a compulsare , ma anche e soprattutto il Financial Times. Ma lo sai che se questo prestigioso giornale pullica, che so, la notizia che quest’anno il racoclto del riso in Cina è andato malissimo le Borse mondiali vanno giù di brutto? e sai perchè? perchè il debito pubblico americano è interamente sostenuto dalla Cina, che in tal caso esigerebbe i suoi crediti per  far fronte alla  carestia Â
 Io poi i giornali esteri, parlo di quelli anglosassoni perchè conosco solo l’inglese, li leggo non di rado. Primo per capire cosa accade da loro –  sono un eversivo ficcanaso? – ma anche sperando che in qualche pagina interna ci sia un articolo  sull’Italia. Ma dico, non muove curiosità , soltanto quella, scoprire cosa pensano di noi? e se sono critici verso di noi, fatta ogni ragionevole tara, ciò non  stimola  almeno   a una più attenta riflessione?  che dire poi dell’Austria di Heider. Quando il leader carinzio, arcinoto per le inclinazioni naziste e xenofobe,  prese la maggioranza relativa in quel paese (ed era quindi stato eletto dal popolo sovrano), di fronte all’eventualità di un suo ingresso sulla scena europea,    portatore di insane malattie ideologiche,   l’UE impose pesanti sanzioni all’Austria. Heider venne  subito accantonato  dai suoi connazionali (tanto per capirci  ecco che   discorsi faceva  questo signore  al Parlamento di Vienna: “Il Terzo Reich aveva una sana politica per l’occupazione, cosa che il  governo di Vienna non è in grado di realizzare”.)
Concludo. Proprio per la frequentazione di giornali anglosassoni posso assicurarti che fino a qualche  tempo  fa i grandi quotidiani americani l’Italia   la  menzionavano poco o punto.   Era un paese alleato, diciamo  una lontana provincia dell’impero, i cui abitanti sono simpatici e un po’ matti. Della sua politica interna manco a cercarla col lanternino. Â
Commento by kalle — 17 Dicembre 2009 @ 13:54
Bart, i maggiori programmi che parlano di politica sono i telegiornali. E’ li’ che si creano e indirizzano le opinioni delle persone. Con quello che si dice e, soprattutto, con quello che si omette. Ogni giorno, continuamente.
Riguardo ai risultati delle elezioni: quali sarebbero stati, se Berlusconi non fosse stato proprietario della televisione privata in Italia? Quale sarebbe la forza di Berlusconi in Italia, senza la televisione? Quali altri leader sarebbero potuti emergere, nella destra italiana, senza il ricatto delle televisioni?
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Commento by kalle — 17 Dicembre 2009 @ 14:00
ps: quando parlo di “ricatto delle televisioni”, leggi questa cronaca del 2004 dal Corriere della Sera, a proposito di uno che all’epoca era un alleato. Figurati gli altri.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Dicembre 2009 @ 14:18
Kalle,  con i se non si fa la storia. Il fatto è che, televisioni o non televisioni, le lezioni le hanno vinte quando una parte quando l’altra. Purtroppo non posso citarti qualche editorialista che tempo fa sosteneva la stessa cosa. Non lo ricordo più. Ma i fatti sono fatti e te li ho indicati.
Non hai idea invece di quanto sono seguiti i molti talk show politici qui da noi. Tra i più seguiti, oltre a Porta a Porta, sono proprio quelli di sinistra, come Anno zero, Ballarò e L’Infedele.
Io non escludo affatto che Berlusconi abbia nella stampa qualche alleato (del resto nel passato la maggioranza dei media si schieravano sempre dalla parte dei vari governi. Non è una novità ), ma oggi le proporzioni sono tutte a vantaggio della sinistra. Berlusconi vince anche avendo contro la maggior parte delle fonti di informazione. Questa non è una mia illazione, questa è la verità dei fatti.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Dicembre 2009 @ 14:26
Fai bene, Carlo, a leggere i giornali stranieri, è un merito. Sia perché noi facciamo parte dell’Europa, sia perché siamo immersi nell’economia globale.
Ma per quanto riguarda la situazione in Italia, non c’è miglior giudice di noi italiani. O siamo tutti imbecilli e ci devono aprire gli occhi gli stranieri, o siamo un popolo in grado di camminare sulle proprie gambe. Gli osservatori stranieri possono essere utili, contribuire, ma la verità su ciò che è l’Italia, dobbiamo conoscerla noi italiani e non farci coprire gli occhi col prosciutto dagli stranieri. L’Italia è una Nazione libera e democratica. Sulle leadrship forti, come è quella di Berlusconi, oggi sul Corriere della sera c’è un illuminante editoriale di Angelo Panebianco, qui.
Poi, tu sei in contrasto con kalle, al giudizio del quale mi rimettevo, e invece sei d’accordo con me, sul fatto che agli stranieri poco importa dell’Italia.
Commento by kalle — 17 Dicembre 2009 @ 15:12
Certo Bart, ci sono stati molti editorialisti che hanno affermato quello che affermi tu, vale a dire che in fondo possedere le tv private in Italia, non e’ cosi’ importante per un politico, non fa quella gran differenza.
Pero’ l’affermazione secondo cui la dimostrazione di cio’ sarebbe data dal fatto che hanno vinto sia gli uni che gli altri e’ di un’inconsistenza logica grossa come una casa.
Sarebbe un po’ come se io ti dicessi: visto che tra i bambini che vanno a scuola ce ne sono alcuni che sanno fare le addizioni benissimo, e altri no, allora vuol dire che, per sapere fare le addizioni, andare o no a scuola non fa quella gran differenza.
Oppure: visto che tra le persone che fumano certe si ammalano di tumore ai polmoni e certe no, allora vuol dire che, per il tumore ai polmoni, fumare non fa quella gran differenza.
Ma mi fermo qui, non e’ mia intenzione convincerti. Buon natale.
ps: Carlo Capone sostiene che i media *statunitensi* in genere ignorano l’Italia – confermo. Come i miei esempi credo mostrasssero chiaramente, io mi riferivo ai media europei, che l’Italia non ignorano affatto.
Commento by kalle — 17 Dicembre 2009 @ 15:17
ps per Carlo Capone: se vai a Londra, Â alla dogana di Heathrow almeno la carta d’indentita’ la devi mostrare! (come del resto deve mostrare i documenti chi arriva in un aereoporto italiano)
Commento by kalle — 17 Dicembre 2009 @ 15:29
A proposito, e poi la finisco e ti lascio in pace per le vacanze: http://italiadallestero.info/ , dove si traducono gli articoli dei giornali stranieri con argomento l’Italia, puo’ dimostrare l’attenzione della stampa estera per le vicende italiane, spesso tutt’altro che negativa. Mi andava di segnalare questo sito, lo trovo molto ben fatto e utile, spero possa servire anche a voi.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Dicembre 2009 @ 15:59
@Kalle
Auguri anche a te, Kalle. Sappi comunque che discutere con te mi fa sempre un grande piacere. Pensarla diversamente è il sale della democrazia. Importante è non guastare per questo le amicizie. Nella vita mi è già successo, e perciò mi allontanai dalla politica. La politica è una miscela delicata, può riscaldare o può anche esplodere.
Io dico sempre la mia, senza mai mettere sul piatto quel sentimento prezioso che è l’amicizia.
Un abbraccio.
@Carlo
Questo vale anche per te, Carlo, mio grande amico.
Un abbraccio.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Dicembre 2009 @ 16:03
Grazie Kalle della segnalazione. L’ho messo tra i preferiti.
Di qui a Natale, sai quanti altri articoli scriverò qui (uno è di poco fa). Fatti sentire se non condividi.
Commento by Ambra Biagioni — 17 Dicembre 2009 @ 20:45
Toni Capuozzo spiega le ragioni dell’odio.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Dicembre 2009 @ 23:37
Condivido Capuozzo, Ambra, che mi è sempre parso una persona equilibrata.
Commento by Ambra Biagioni — 18 Dicembre 2009 @ 09:58
Da non dimenticare che fu un contestatore del ’68 ed anche oggi non si può annoaverare nella destra, ma di provata onestà intellettuale
Commento by Carlo Capone — 18 Dicembre 2009 @ 13:58
@ Bart
contraccambio gli Auguri e rinnovo la grande amicizia che mi lega a te.  Di questa affinità ne è testimonianza il fatto che discutiamo e ci confrontiamo sui diversi temi dell’arte, della cultura e della politica. E poi tu lo sai, Bartolomeo Di Monaco è un punto fisso della mia vita. Parlo di vita eh, mica di noccioline!
Un abbraccio
@ Kalle
è ovvio, Kalle, che a Heathrow si mostri la carta di identità . Hai fatto bene a farlo notare. Portavo il  ragionamento al paradosso per dimostrare  gli  enormi  passi in avanti  fatti intermini di integrazione e interdipendenza europea.
Hai altresì fatto bene a evidenziare che il mio commento era riferito ai media statunitensi. Quelli europei ci guradano eccome.
Per la cronaca, il 28 prosismo sarà a Londra per passarvi le feste di capodanno in un albergo  nei pressi di Chelsea.  Vi manco   da 20 anni e dopo avervi soggiornato per diversi periodi  di lavoro nei  70 e negli 80 (restandone sempre affascinato)  sono curioso di vedere come  sia cambiata. Perchè è cambiata, di questo sono sicuro, Londra cambia sempre.  Un esempio innocente è che il ‘mio ‘ Biba’ , a South Kensington se ben ricordo, ormai è scomparso. Avevo 20 anni.
Un caro augurio di Natale anche a te.