MILANO: 9 febbraio: LIBRERIA BOCCA: Daniela Alfarano: The end”31 Gennaio 2011 DANIELA ALFARANO  …THE END SpazioBoccainGalleria Mercoledì 9 febbraio ore 18.30 Galleria Vittorio Emanuele II, 12 20121 Milano. Durante la serata  sarà presentato il volume: THE END  33 Lune ha pubblicato un libro di soli disegni a cura  di Umberto Zampini,  il libro contiene 66 disegni  che vanno ad alimentare una nuova e ulteriore complessità nel percorso  visionario dell’artista, mettendone in luce il rapporto con il proprio  ego e la propria sessualità , oltre naturalmente, alla ripresa e alla  relativa rappresentazione di tutti gli elementi caratterizzanti  l’opera dell’artista. Micidiale, si può dire. Il tratto, la precisione. E però anche una specie di lotta interna. Di segno irrisolto. Tra totale distruzione e nuova vita. Anche la esibita perfezione può essere segno, estremo, di una dissoluzione patita nel profondo. E al contrario, la ricercata esibita perfezione può essere una violenta preghiera.  L’essere umano è uno, ma è teatro sempre di contrasti. Sono questi, e la tensione che avvertiamo, il segno della unità del nostro essere. Un corpo, un’anima. Non a caso l’apice dell’amore è un corpo solo, un’anima sola, come si dice. Perché la vita cerca l’unità , la morte è divisione. E qui c’è la vita, con la lotta della morte dentro. Questo contrasto è la perfezione possibile. Se non avesse contrasto, il tratto di queste opere si disferebbe sotto i nostri occhi. Senza tensione, sarebbero figurine. Invece. Il corpo può essere vanità . O icona. Daniela Alfarano pittrice e disegnatrice sta cercando come dall’una si arrivi all’altra. Senza perdersi. E senza perdere né l’una né l’altra. Il grido perfetto. O l’icona che ha qualcosa di ferito.  Da quando Dio si è mischiato al corpo umano, il nostro ritratto o autoritratto ha conosciuto una nuova inquietudine, sconosciuta a chi invece pensava il cielo inesorabilmente diviso come destino dalla carne. Non abbiamo più il gesto misurato. Una dismisura è entrata. Michelangelo è entrato in scena accanto a Fidia. E ancora, agli estremi discussi della modernità e dei suoi inganni o sfondamenti, stanno in scena.  Qui c’è qualcosa di antico. E di odiernissimo. Daniela Alfarano sta calibrando il segno, lo sguardo. Micidiale, si può dire, sta diventando. Perché di improvviso ricorda a noi di noi. L’arte è sempre un gesto per la memoria. Ed è strano, no ? il corpo ce lo abbiamo addosso, siamo questo, e però l’arte ce lo deve ricordare. Mettendo in scena qualcosa che di solito non vediamo nella parte più apparente di noi.  Davide Rondoni    D.A., ha iniziato la propria ricerca artistica sperimentando diverse  tecniche pittoriche nell’ambito di una produzione iconografica e  figurativa. Non ha comunque mai abbandonato il disegno, ed è proprio con la  tecnica del disegno a grafite sviluppato direttamente su tavola che ha  trovato una sua personale cifra stilistica che tuttora la  contraddistingue. Risale all’anno 2005 con la partecipazione ad alcune mostre collettive  (Ragusa, Rotterdam, Amsterdam) l’inizio della attività espositiva. Nel 2006 la prima personale dal titolo FRAGILE presso la galleria   Carloni Arte Contemporanea a Francoforte dove espone opere di media e  grande dimensione raffiguranti mani nell’atto di pregare, mani che si  sfiorano, piedi in tensione e propri autoritratti; immaginario che  ritornerà in diverse forme in tutto il lavoro successivo dell’artista. Nel 2007 la seconda personale presso la Galleria D406 di Modena e  diverse mostre collettive. Nel 2008 viene invitata ad eseguire i ritratti dei maggiori scrittori  italiani per la retrocopertina dei libri Corti di Carta editi dal  Corriere delle Sera. Nel 2009 una nuova personale presso la Radium Artis a Pietrasanta e  l’inizio della collaborazione con la Galleria L’Ariete di Bologna. E’ da alcuni anni che Daniela Alfarano esplora attraverso il disegno  su tavola il rapporto estremo e sensuale del il buio e  della luce,  del  sacro e del  profano ma soprattutto il rapporto esistenziale e i  tormenti della  psiche nell’uso ossessivo del corpo, delle mani, della  propria immagine. In alcune opere appare per la prime volta une ricerca  sull’espressività dei volti, in modo particolare volti di persone  anziane e inoltre l’uso di rosari e elementi caratterizzanti un  rapporto sempre più profondo con l’idea del sacro e della spiritualità . Letto 1465 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||