Libri, leggende, informazioni sulla città di LuccaBenvenutoWelcome
 
Rivista d'arte Parliamone
La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

MUSICA: I MAESTRI: La rivincita di Berlioz

18 Agosto 2010

di Lorenzo Bocchi
[dal “Corriere della Sera”, lunedì 31 marzo 1969]

L’8 marzo 1869 moriva a Pa ­rigi, incompreso, disperato, Hector Berlioz. A settantacinque anni. La Bibliothèque Nationale celebra il centenario con una di quelle esposizioni a gran spettacolo di cui conosce il se ­greto. Ha riunito un mezzo mi ­gliaio di documenti per rievo ­care l’uomo, l’artista, il suo carattere, la sua evoluzione, la sua epoca, le influenze esercitate e subite dal creatore e dal teo ­rico.

Incensato dagli uni, criticato e ridicolizzato dagli altri, allora come oggi, Berlioz non lascia nessuno indifferente. Per Mendelssohn era « una vera carica ­tura senza l’ombra di talento ». Per Mussorgski c’erano due gi ­ganti nella musica, « il pensa ­tore Beethoven e il superpensatore Berlioz ». Per Stravinski egli è « povero d’invenzione ». Secondo Darius Milhaud « c’è più invenzione e più forza crea ­trice in qualche misura di Ber ­lioz che in parecchi sviluppi verbosi, e ridondanti di Wag ­ner ». Di chi fidarsi?

Il solo grande musicista ro ­mantico che la Francia abbia avuto sta prendendosi una bel ­la rivincita. A Londra è stata iniziata l’edizione integrale del ­le sue opere (« Symphonie fan-tastique », «Lelio », «Nuits d’été », « Harond en Italie », « Benve ­nuto Cellini », « Requiem », « Roméo et Juliette », « Ouver ­ture du carnaval romain », « La damnation de Faust ». « Les troyens » ne sono le cime) mentre Colin Davis, dopo averlo ripe ­tutamente celebrato al Festival di Edimburgo, sta registrando tutta la sua musica. A Parigi, poco prima dell’inaugurazione della mostra alla Nationale, è stato pubblicato il primo dei quattordici volumi della sua opera letteraria.

Un campione del romantici ­smo anche nello stile di vita. Fino in fondo. All’arrivo del suo corteo funebre al cimitero di Montmartre i cavalli del carro si imbizzarrirono e si precipita ­rono verso le tombe: un ingres ­so nell’eternità che sarebbe pia ­ciuto al musicista se avesse po ­tuto vederlo. Giovane provin ­ciale inviatp a Parigi per stu ­diar la medicina, Berlioz si sen ­te irresistibilmente attirato dal ­la musica. Il padre gli toglie i viveri. Il giovane â— che per tutta la vita sarà perseguitato dai creditori â— fa il biblioteca ­rio, il corista, il critico, tutto per poter continuare a studiare e a comporre. Nel 1821, durante una rappresentazione di « Iphigénie en Tauride » di Gluck è colto da spasimi e da una crisi di pianto. Nel ’27 assiste al ­l’« Amleto » rappresentato al ­l’Odéon da una compagnia in ­glese («Il più grande dramma della mia vita: Shakespeare, ca ­dendo così d’improvviso su di me, mi folgorò ») e si innamora pazzamente dell’attrice Harriet Smithson che ha visto soltan ­to dalla platea. Non dorme più. Perseguitato dalla sua immagi ­ne erra senza meta per boschi e prati nei dintorni di Parigi. Fa di lei il tema di una sinfo ­nia, le scrive lettere infuocate che resteranno senza risposta, la maledice quando gliene parlano male, la sposa quando lei torna in Francia sei anni dopo. Nel frattempo si è innamo ­rato di un’altra, ha voluto ucci ­derla e suicidarsi quando quel ­la l’ha lasciato. Ma una volta sposato abbandona la moglie per seguire un’attricetta spagno ­la né bella né brava, Maria Recio, di cui diventa il protettore e, nel ’54, il marito.

A 27 anni, uscendo dall’Institut dove per la quarta volta ha sostenuto il concorso per il Prix de Rome, trova la rivolu ­zione. E’ il 28 luglio 1830, l’ul ­tima delle Trois Glorieuses. Senza esitare, con una pistola in ciascuna mano, va a raggiun ­gere sui boulevards la « santa canaglia » degli insorti. Poi scrive un’orchestrazione della «Mar ­sigliese » per due cori e la de ­dica all’autore, Rouget de Li ­sle, che lo ringrazia per l’onore fatto alla sua « povera creatu ­ra » vestendola di nuovo e co ­prendo la sua nudità con i bril ­lanti della sua immaginazione. Nel 1831 il soggiorno in Italia: la Villa Medici sul Pincio, dal ­la quale si gode « uno dei più bei panorami del mondo », Spo ­leto (« Fuggo sulla montagna dove passo buona parte del mio tempo, obbedendo soltanto al mio capriccio » ). Amalfi.

A Parigi Paganini lo trasci ­na, dopo un concerto, in mezzo all’orchestra e si mette in gi ­nocchio davanti a lui. Vediamo la lettera che gli ha scritto il violinista il 18 dicembre 1838: « Caro amico, Beethoven spen ­to non c’era che Berlioz che po ­tesse farlo rivivere ed io che ho gustato le vostre composi ­zioni, degne di un genio qual siete, credo mio dovere di pre ­garvi a voler accettare in segno del mio omaggio ventimila franchi, i quali vi saranno ri ­messi dal signor barone di Rothschild dopo che gli avrete presentato l’acclusa ».

Molte altre le « voci » italiane dell’esposizione: Cherubini, il terribile direttore del Conserva ­torio che tentò di sbarrare la strada al giovane Berlioz; Spontini, uno dei suoi idoli; Rossini e Verdi (« Verdi è alle prese con tutti i tipacci del ­l’Opera… Il poveraccio mi fa pena… E’ un degno e stimabile artista… Rossini è arrivato, rac ­conta storielle tutte le sere sul boulevard, ha l’aria di un vec ­chio satiro in pensione »), Fer ­dinando Paèr. La rassegna com ­prende spartiti, ritratti, mano ­scritti, cimeli (la bacchetta re ­galata a Berlioz da Mendels-sohn, la chitarra regalata da Paganini, la medaglia dell’or ­dine del Falcone Bianco conse ­gnata a Berlioz da Liszt nel ’52) tutti gli strumenti fabbri ­cati da Adolphe Sax e che il musicista fece entrare per pri ­mo nell’orchestra, i manifesti del tempo e molte caricature.


Letto 2142 volte.


Nessun commento

No comments yet.

RSS feed for comments on this post.

Sorry, the comment form is closed at this time.

A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart