Napolitano e il processo giusto a Berlusconi1 Marzo 2011 Si legge, a proposito del processo Mediaset: “Entro il 31 marzo, tutti gli avvocati dovranno consegnare in cancelleria le liste ridotte, indicando non più di due testimoni su ogni tema difensivo. È una decisione che fa scattare la polemica di Niccolò Ghedini, uno dei legali del presidente del Consiglio: “La Procura ha avuto sei anni di tempo per fare sfilare i suoi testi, adesso che tocca alle difese il tribunale si accorge che c’è una esigenza di fare in fretta. Questo non è accettabile, ci viene impedito di difenderci”. La dichiarazione di Ghedini è molto esplicita. Il giudice impedisce alla difesa di presentare tutti i testimoni che ritiene indispensabili ed utili per il proprio assistito, mentre si è preso lo spazio e il tempo necessari per raccogliere tutti i testi di accusa. In un commento all’art. 111 della Costituzione si legge (il grassetto è mio): “Processo giusto non è solo quello in cui le regole trovano rispetto ed attuazione, ma quello che è percepito come giusto da chi si rivolge al giudice per la risoluzione di una controversia. La riforma chiama dunque, forse inaspettatamente, ad una riflessione sul ruolo del giudice e dell’avvocato sui modi per garantire il migliore funzionamento del sistema legale nel suo insieme.†La Costituzione sancisce inequivocabilmente che il processo deve concludersi in tempi ragionevoli, ma anche che deve essere giusto. E se il collegio di difesa ritiene utile presentare un certo numero di testimoni, non penso che il giudice rispetti la Costituzione se glieli nega e lo costringe ad escluderne una parte. Recita l’art. 111 della Costituzione, ai primi commi: “La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Sul punto fa seguito questo commento, di cui si riporta la parte che interessa (il grassetto è mio): “La legge costituzionale n. 2 del 1999 ha tradotto sul piano del nostro ordinamento costituzionale una parte dei principi del giusto processo elaborati dalla dottrina e dalla giurisprudenza angloamericana. È la difesa, dunque, che ha la titolarità per quanto riguarda la scelta dei testimoni, e l’intervento del giudice teso a limitare tale scelta è un’invasione di campo in una sfera che non lo riguarda. Abbiamo visto, con i casi giudiziari che hanno coinvolto, a causa di un’azione di querela dei giudici Davigo e Palamara, il quotidiano web il Legno Storto, come da un po’ di tempo i giudici si considerino arbitri della libertà di stampa, di pensiero e di opinione, ed oggi arbitri nel decidere le modalità di difesa di un collegio che assiste un imputato. Un atto grave, che dovrebbe trovare attento il capo dello Stato, che è anche presidente del Csm, il quale, qualche giorno fa, ha assicurato che a Berlusconi la Costituzione garantisce un processo giusto. E quello che si annuncia per Berlusconi pare essere tutt’altro che un processo giusto. Articoli correlati“Fini promette: “Se Fli fallisce lascio la politica” E su Berlusconi: “Non conosce la Costituzione”. Qui. Letto 995 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||