Pontone si pente dell’incarico10 Agosto 2010 I Tulliani, Giancarlo soprattutto, combinano il pasticcio, e Fini che fa? Per mantenere la poltrona di presidente della Camera scarica le responsabilità su di loro. Si legge delle liti scoppiate in famiglia. Probabilmente anche la dolce Elisabetta ci va di mezzo. Sconosciute le ragioni. Forse anche la suocera. Che si tratti di un’operazione congegnata dalla famiglia Tulliani all’insaputa di Fini? Impossibile. Fini gioca questa carta, ma siamo all’ultima spiaggia. Il fatto che l’appartamento lo ha visitato al tempo dei lavori di ristrutturazione, gli spezza le reni. Lui sapeva che Tulliani vi era andato ad abitare. Altrimenti, perché non si è arrabbiato il giorno che Elisabetta gli avrà detto: Andiamo a vedere l’appartamento a Montecarlo dove andrà ad abitare il mio fratellino? Forse Fini non sapeva che quell’appartamento era lo stesso che lui aveva autorizzato a vendere ad una società off-shore? Impossibile. Fini sapeva bene che con la sua Elisabetta andava a vedere l’appartamento venduto ad An e finito in affitto a Giancarlo, il cognato. Non ci possono essere deduzioni diverse. Andare a vedere l’appartamento è stato come confessare di conoscere tutto dell’operazione autorizzata al suo tesoriere Francesco Pontone. Il quale dichiara di essersi pentito di avere accettato l’incarico. Potrebbe essere che egli si rendesse conto, alla vigilia del contratto, che vendere quell’appartamento ad un prezzo stracciato poteva comportare qualche problema? Se sì, è molto probabile che abbia fatto l’operazione a malincuore, costrettovi da Fini. Fini scarica tutto sul cognato, ma Pontone non può non avergli detto che quella vendita era un regalo che veniva fatto all’acquirente. Fini sapeva, dunque. E sapeva anche che altre offerte erano pervenute ad An, molto più vantaggiose. L’operazione ha ormai tutti i contorni ben delineati, stando alle notizie diffuse dalla stampa. E la conferma dell’esattezza di quanto riportato dalle varie inchieste giornalistiche, strano a dirsi, viene proprio dalla dichiarazione resa da Fini qualche giorno fa. Ossia: l’autorizzazione alla vendita è sua, ed è vero che l’operazione presenta lati oscuri e poco raccomandabili, visto che ha litigato e litiga in famiglia, e preferisce scaricare il tutto sul cognato e molto probabilmente sull’intera famiglia Tulliani, anziché assumersene la responsabilità . Fini riconosce, perciò, la malsana operazione, soltanto che sostiene che si tratta di una questione privata, e quindi non è tenuto a risponderne a nessuno. Non è vero. È tenuto a risponderne ai cittadini, che finanziano con i loro soldi i partiti e quindi An. E li finanziano non certo perché organizzino operazioni nei paradisi fiscali, e svendano proprietà per finalità molto ma molto sospette, depauperando il proprio partito e gli iscritti. Storace parla di truffa aggravata, addirittura, e due iscritti alla Destra, ex aennini, hanno interessato la magistratura, che sta indagando. Se ci fosse bisogno di una controprova, basterebbe chiedere a Fini se oggi rifarebbe la stessa operazione. Risponderebbe certamente di no. E la risposta sarebbe più che sufficiente per metterlo con le spalle al muro. È colpevole; lo è anche se fosse stato ingannato. Egli non può scaricare su altri le sue colpe. La responsabilità dell’operazione è tutta sua, e come si fa tra galantuomini e persone rispettabili, non può che addossarsela. Scaricarla sugli altri disonora ancora di più la carica che ricopre. Pontone, in quella rapida intervista, sembra voler prendere le distanze dall’operazione (quasi volesse lasciar intendere: Io l’avevo avvertito), rispondendo che il giornalista deve chiedere a Fini. È Fini che sa, dice, io ho solo eseguito il mandato. Come comincia a vacillare il prestigio di Napolitano, che finge di non vedere e di non capire. Napolitano lo sta coprendo? È questa una sensazione che si sta diffondendo nel Paese. Non ha coperto Scajola, ad esempio, ma copre Fini? Perché? Anche Napolitano è schierato nell’agone politico? E allora, dovrebbe sentire il dovere di dimettersi anche lui. Due dimissioni in un colpo solo. Bell’Italia! Si muova Napolitano. Se ha dei consiglieri pasticcioni, afferri la situazione direttamente con le sue mani, e faccia due più due. La responsabilità di Fini c’è tutta e avanza pure. Infatti, con la dichiarazione resa alla stampa, egli ha addirittura aggravato la sua posizione, e ha mostrato una debolezza del suo carattere che chi lo ha conosciuto da giovane, come l’ex amico Folgorino, non esita a deplorare. E se non bastasse, non dimentichi le raccomandazioni elargite a piene mani in Rai, approfittando della carica istituzionale. Articoli correlati“Un’ondata di firme travolge Fini: “Ora dimettiti” Ma lui si nasconde e lascia i suoi soli in trincea” di Laura Cesaretti. Qui. Letto 2282 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by gianniguelfi — 10 Agosto 2010 @ 20:41
Vedo che il suo blog è oramai interamente occupato dalla questione dell’ appartamento di AN. Mah, contento lei…
Io però ci penserei 100 volte prima di dare troppo peso agli articoli del Giornale. Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica ad esempio, i due giornalisti che più da vicino seguono il caso dell’ appartamento, hanno già sul groppone una condanna per aver diffamato con i loro articoli Di Pietro, il quale fu risarcito con 340 mila euro. E anche il quel caso si trattò di appartamenti. Ma come ho detto, contento lei contenti tutti.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Agosto 2010 @ 01:19
Segue poco la faccenda. Ormai ne parlano tutti i quotidiani. Ma lei legge solo repubblica. Il Corsera ha dedicato e dedica al caso 3/4 e anche 5 pagine al giorno.