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La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

Racconto: Margherita #3/13

5 Ottobre 2008

di Bartolomeo Di Monaco
[Per le altre sue letture scorrere qui. Il suo blog qui.]

Margherita  #3

Un giugno torrido così non si vedeva da anni. Nei campi intorno alla casa di Jacopo, i contadini tagliavano l’erba e sin dalle prime ore del mattino si udiva il fastidioso rumore delle motoseghe. Stavano a dorso nudo e soltanto qualcuno teneva un cappellino in testa.
                Rientrò in casa per chiamare al telefono Margherita. Non la vedeva da quattro giorni e la poverina doveva stare in pensiero, giacché lui era sparito senza dirle niente. La chiamò sul lavoro. Glielo aveva trovato lui stesso, presso un amico.
                «Sei un porco » si sentì rispondere, e abbassò anche il telefono.
                Riprovò. E stavolta con una bugia.
                «Vieni subito. Non sto bene. » Inventò come aveva già fatto migliaia di altre volte. Margherita lo sapeva, e tuttavia di lì a un momento fu a casa sua. Lo trovò che leggeva in giardino.
                «Sei un verme. Sei stato ancora dalle tue puttane. »
                «Fa troppo caldo qui. Telefono a mia madre e andiamo qualche giorno da lei in collina. Che ne dici? »
                Era la prima volta che Jacopo accennava a sua madre.
                «Non la vedo da almeno tre anni. »
                «Abita così lontano? »
                «Di là dal Serchio. »
                «Sei un mascalzone. »
                «Meno mi vede, più è felice. »
                E le raccontò che suo padre era morto sette anni prima. Li aveva lasciati ricchi, ma i soldi se n’erano andati come il vento per colpa sua. La madre dapprima lo aveva assecondato, poi, allorché si era arrivati a vendere qualche proprietà, si era fatta sentire, e gli aveva detto chiaro e tondo che non si poteva sperperare quello che era costato tanto sudore al babbo. Ma avevano venduto ancora, e alla fine la mamma s’era decisa a liberarsi di lui, che non aveva giudizio e sembrava che ce l’avesse col mondo, e si divertisse a distruggersi, così diceva. Aveva tenuto per sé la villa sulla collina e a Jacopo era toccata la casa coi pini a qualche chilometro dalla città.
                «Non puoi portarmi con te! Cosa direbbe la tua mamma… »
                La prese per un braccio.
                «Sbrigo ogni cosa con una telefonata. Tu intanto metti fuori la macchina. »
                Quando tornò in giardino era tutto sorridente.
                «Le hai detto di me? »
                «No. Voglio farle una sorpresa. »
                «Allora non ci vengo. »
                La trascinò in macchina, e uscì fuori dal cancello a tutta birra come se la strada fosse soltanto sua.
                La villa della madre di Jacopo, la signora Ada, stava proprio di là dal Serchio, su una collina che si innalza subito dopo aver attraversato Ponte San Pietro. La strada mostra uno dei paesaggi più belli della Lucchesia.
                Ad un certo punto, Jacopo si fermò su di un piccolo spiazzo. «Guarda! » disse, e con il braccio indicò giù nella valle. Si vedeva la piccola città circondata dalle sue mura alberate, e intorno aveva dolci colline.
                «È la città più bella del mondo » disse.
                Dopo altri sette o otto tornanti, apparve la villa.
                Suonò il clacson e il cancello si aprì.
                Fece a gran velocità il lungo viale dritto, sollevando polvere.
                «Non fare così » gli gridò Margherita.
                Sugli scalini, stava ad attenderlo la giovane domestica, con indosso il suo grembiule bianco. Jacopo l’abbracciò, se la tirò su, e le fece fare due o tre giri come se fosse ancora una bambina. E Caterina gridava: «Mi metta giù, per favore, che mi gira la testa. »
                «Come sta la mammina? »
                «Glien’ha dati di grattacapi a sua madre… »
                «Sarà contenta di rivedermi? »
                Caterina aveva visto Margherita, e restò taciturna.
                La signora Ada li attendeva nel salone, in piedi.
                Per la verità attendeva solo lui, e così quando vide la sua compagna subito ritrasse il sorriso. Era una donna altera e ancora bella, e aveva nei modi quel tratto signorile che sopravvive anche alle più violente delusioni.
                Margherita si fermò; Jacopo nemmeno se ne accorse, e proseguì da solo incontro alla madre.
                «Chi è quella donna? » domandò, invece di abbracciarlo.
                Jacopo si accorse di non avere accanto a sé Margherita. Si voltò.
                «Mostrati alla mammina gelosa » disse scherzando.
                Margherita invece non si mosse. Le due donne si guardavano a distanza, e Jacopo stava tra loro come un cretino. Infine, Margherita avanzò. Quando fu a due passi dalla signora Ada, si fermò e bisbigliò appena:
                «Io glielo avevo detto a Jacopo che non mi doveva portare. »
                Non si dissero altro. Jacopo si ritirò con la madre in un’altra stanza e Margherita uscì nel parco che stava dietro la villa.  

                Al centro del parco sorgeva un laghetto. Margherita lasciava Jacopo discorrere con la madre e   vi si recava tutti i giorni. Vi stava seduta davanti per ore, e non la sorprendeva più che Jacopo non la venisse a cercare. A volte lo vedeva correre tutto solo, a dorso nudo, e sparire nel bosco. S’immaginò perfino che lo attendesse un’amante.
                Aveva acquistato più confidenza con Caterina che con Jacopo in quella villa, dove ogni cosa sembrava sopravvivere. Margherita era certa che se avesse osato parlare alla signora Ada di ciò che accadeva fuori di quel cancello, lei non ci avrebbe creduto alle bidonville che circondavano la città antica.
                Sicuramente anche Jacopo non le aveva mai detto la verità, e lasciava vivere sua madre e Caterina nell’illusione che niente potesse mutare fino a quel punto.


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2 Comments

  1. Commento by teresa — 7 Ottobre 2008 @ 16:14

    mè? e la continuazione?

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 7 Ottobre 2008 @ 16:42

    Sono già uscite, e puoi quindi leggerle, le puntate 4 e 5 e domani troverai la sesta. In tutto saranno 13 puntate.
    Grazie dell’attenzione, Teresa.

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