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Siccome non c’è trippa per gatti

31 Ottobre 2010

Il caso Ruby è come il pezzo di carne che si lancia in acqua per attrarre gli squali, i quali non vanno tanto per il sottile e non stanno a guardare se la carne è di prima qualità. Non mi riferisco, ovviamente, alla bella Ruby, ma alla qualità del polverone che è stato sollevato su di lei, assai scadente.

Famiglia Cristiana si è indignata e ieri l’ha imitato anche Avvenire. La Chiesa fa bene a prendere posizione. Sono comportamenti, quelli di Berlusconi, che non mi piacciono. Berlusconi dovrebbe offrire solo esempi positivi agli italiani, essendo la quarta istituzione dello Stato, e promotore, con il suo governo, di leggi destinate a regolare la vita sociale.

Però guai se la Chiesa muovesse questi attacchi a fini politici (ne ho un forte sospetto). Perché allora bisognerebbe rimproverarle che non fa molto per evitare, ad esempio, il disgregamento delle famiglie.

Mi voglio riferire, in particolare, ai tanti politici di rilievo che non ci pensano su due volte a lasciare moglie e figli e a correre dietro le gonnelle di qualche giovane più attraente. In molti casi, costoro, imitando gli States, si fanno una nuova famiglia.

Questi politici vivono, dunque, fuori dalle regole morali della Chiesa. Per carità, io, cattolico molto tollerante, non scaglio pietre, ma se la Chiesa si scandalizza per il comportamento libertino di Berlusconi deve fare altrettanto contro questi disgregatori della famiglia. Un andazzo che sta diventando una regola per tanta parte della nostra classe politica. Nessuno vuol fare più sacrifici, nessuno vuole più usare rispetto e tolleranza per l’altra metà del cielo.

Se la famiglia, come credo anch’io, è il cardine di ogni società, il disgregamento della famiglia è il disgregamento della società. Su questo aspetto, ci stiamo americanizzando, e i guasti sociali nelle cosiddette società evolute presto si radicheranno anche da noi.
Altro che Ruby!

Naturalmente, Berlusconi fa parte della cerchia dei politici che non si sono lesinati il piacere di avere più di una famiglia. Se non è bastata una famiglia a Casini, a Fini e via discorrendo, come poteva bastare a lui, a cui le donne fanno girare la testa?

Se la Chiesa si muove per rimproverare Berlusconi e lo fa con finalità politiche dettate da avversione per il premier, allora ha il dovere di ampliare il raggio di azione e difendere l’integrità della famiglia anche quando si tratta di ammonire personaggi diversi dal nostro premier.

Insomma, faccia le cose in modo imparziale e aggredisca là dove il pericolo per la famiglia è assai più rilevante della frequentazione di una Ruby o di una D’Addario. Ci sono troppi farisei in giro nei palazzi della politica. Smascheriamoli tutti. Troverete in questa personale rassegna stampa un bellissimo articolo di Marcello Veneziani che fa per noi.

Il caso Ruby si sta rivelando un boomerang. Continuano gli assalti degli squali, ma il boccone è troppo piccolo e troppo magro: si esaurisce presto. E siccome non c’è trippa per tutti, ecco che si vanno a cercare tutti i pretesti possibili per mettere in difficoltà il presidente del Consiglio. Solo che facendo così, ahimè, si finisce per mostrare la propria parzialità e quindi la scarsa credibilità di ciò che si scrive.

Prendiamo il caso di Giuseppe D’Avanzo, gigante dai piedi d’argilla, imbarcato su di una corazzata di cartapesta,   la Repubblica. Questa volta invece di porre a Berlusconi le 10 domande (passate di moda perché rivelatesi ridicole), Repubblica affida a questo sparaballe la stesura di un saggio politico dal titolo roboante: “L’abuso di potere”. Siamo arrivati al secondo capitolo, e forse arriveremo al decimo, in sostituzione delle dieci domande dell’altra volta.

D’Avanzo punta il dito sul fatto che Berlusconi si sia permesso di telefonare alla Questura di Milano e di aver detto che gli risultava che Ruby fosse imparentata con Mubarak. Insomma, una pressione indebita e una menzogna da parte del Cavaliere.

La Questura ha già risposto che Ruby, fermata per un presunto tentativo di furto (che lei smentisce), ha ricevuto il trattamento che ricevono tutti i minorenni in casi come questo, e non è stata fatta quindi alcuna eccezione di favore.

Ma a D’Avanzo non basta e si butta sulla presunta bugia detta da Berlusconi circa la parentela della ragazza con il presidente egiziano. Non potrebbe essere che qualcuno abbia insinuato questa parentela e Berlusconi vi abbia creduto? Ieri sera anche il Tg1 ha avanzato questo dubbio.

Ma la questione è un’altra, e riguarda non solo D’Avanzo ma tutta l’opposizione che in queste ore chiede le dimissioni di Berlusconi per il caso Ruby (qui, la sintesi).

E allora torniamo al caso Fini e vediamo che cosa è accaduto.
Ieri abbiamo appreso definitivamente che la casa di Montecarlo è stata comprata da Giancarlo Tulliani. Risulta dalle carte della procura, la quale scrive che le firme sul contratto di affitto del locatario e del locatore “appaiono identiche”. Ossia è Tulliani proprietario che affitta a Tulliani inquilino.

A questo punto tutta l’operazione si rivela per ciò che appariva sin dal principio. Fini ha svenduto una casa non sua, ma di An, al cognato. Non solo ma per nascondere “l’infedeltà patrimoniale” a favore del cognato fa costituire ben due società off-shore che si passano la proprietà del bene. Sempre nella rassegna stampa personale, troverete più di un articolo chiarificatore.

Già solo questo fatto, compiuto dalla terza carica dello Stato nel pieno delle sue funzioni, bastava e basterebbe per chiedere le dimissioni di Fini. D’Avanzo non le ha chieste né le chiede, come non le ha chieste né le chiede, salvo Di Pietro, l’opposizione. Rispetto al caso Ruby, la svendita della casa monegasca, se An fosse stata una associazione riconosciuta, avrebbe implicato per Fini una condanna per truffa aggravata. La differenza è enorme.

E ancora. Ammettiamo che Berlusconi abbia mentito convinto di mentire. Lui dice che lo ha fatto per aiutare una ragazza che aveva conosciuto e delle cui disgrazie era stato messo al corrente. La ragazza ha anche rivelato di aver ricevuto (senza alcuna contropartita sessuale) 7.000 euro e una collana da Berlusconi (è come fossi passata dalla Caritas, ha detto, e sono riconoscente a Berlusconi che mi ha voluto aiutare).
Il contesto della bugia di Berlusconi è questo.

Veniamo invece alla bugia di Fini. Anzi alle bugie. Perché è tornato a dirle, come la prima volta, davanti a milioni di italiani. Non sto a elencarle giacché me ne sono già occupato e se ne è occupata la stampa.

Con il di più che la seconda volta Fini ha dichiarato che se fosse emerso che il cognato è stato l’acquirente della casa di Montecarlo, si sarebbe dimesso senza far passare un minuto di più.
Non so se il minuto di Fini è lo stesso minuto che fa scorrere troppo in fretta la nostra vita. Ma se è lo stesso, non sono passati pochi minuti, ma molte ore e, temo, passeranno molte giornate.

Ancora. Veniamo alle pressioni. Berlusconi le ha fatte nei confronti di una ragazza disadattata. Fini ha chiamato a Montecitorio (mica si è mosso lui!) un dirigente della Rai e gli ha chiesto di sistemare, al costo, sulle spalle di noi cittadini, di milioni di euro, i familiari. Di fronte al rifiuto del dirigente, ha preso il telefono è ha smosso tutti i vertici finché non è riuscito nell’impresa.
Anche qui, la differenza è enorme.

Non ha nulla da dire D’Avanzo a riguardo delle bugie sull’affaire Montecarlo e a riguardo delle pressioni in Rai di Fini, che hanno avuto lo scopo, non di aiutare una ragazza in difficoltà, ma di nascondere una losca operazione e di aiutare i familiari a spese dei cittadini?
Non ha nulla da dire D’Avanzo nel vedere che Fini, pur avendolo dichiarato davanti agli italiani, sta ancora al suo posto e a dimettersi non ci penserà manco da morto?

Perché non scrive un articolo (e perché non lo scrivono quelli del Fatto, del Corsera, della Stampa) con il titolo: “Fini. Una parola data e non mantenuta”?
Aspetto di leggerlo. E se non lo leggerò, costoro non sono giornalisti, ma un branco di cani arrabbiati. Sì, arrabbiati, nel senso proprio della malattia. Quella che vorrebbero appioppare a Berlusconi, e che invece si portano addosso da un bel po’ di tempo, senza accorgersene.

P.S. Riguardo all’ipotesi di elezioni anticipate a primavera, chi non le vuole accampa la scusa che avremmo sei mesi di campagna elettorale in un momento in cui c’è bisogno dell’azione del governo. Non ci si ricorda evidentemente che in primavera avremo le elezioni amministrative e la campagna elettorale ci sarà ugualmente. Inoltre, è assai meglio avere un governo nuovo, che abbia ricevuto il consenso degli italiani, piuttosto che un governo che si trovi paralizzato nella sua azione da picconatori come Fini & C. o un governicchio che si disgregherà nel breve spazio di un mattino.

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20 Comments

  1. Pingback by FAMIGLIA CRISTIANA ALL'ATTACCO!!! - Pagina 10 - Politica in Rete Forum — 31 Ottobre 2010 @ 13:38

    […] […]

  2. Commento by giuliomozzi — 31 Ottobre 2010 @ 17:40

    Ma: uno che si porta a casa le prostitute minorenni, non dovrebbe essere messo in galera?

    A me par di sì.

    Quindi bisogna stabilire se Silvio Berlusconi è uno che si porta a casa le prostitute minorenni.

    Tutto qui.

  3. Commento by Marzio Messora — 31 Ottobre 2010 @ 18:27

    Infatti ciò non è… pertanto è libero.

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 31 Ottobre 2010 @ 19:14

    Ti ha già risposto Marzio Messora. Non c’è stato alcun reato nei confronti di minorenne. Anche se ci fosse stato un atto sessuale (ma l’interessata lo nega), avendo quest’ultima più di 14 anni, il reato non esiste. Qui.

  5. Commento by giuliomozzi — 2 Novembre 2010 @ 09:28

    L’interessata, Bart, ha finora detto tutto e il contrario di tutto. Quel che è certo, mi pare, è che è una prostituta professionista fino a ieri minorenne; e che almeno una volta è stata ospite in casa del presidente del consiglio dei ministri.

    Se Tizio si porta a casa una prostituta professionista minorenne, e fa sesso con lei, e per questo la paga o in altro modo la compensa, Tizio commette un reato che prevede una pena da sei a dodici anni di carcere.

    Se Tizio si porta a casa una prostituta professionista minorenne, e non fa niente di particolare con lei, tranne farla vedere ad amici e conoscenti – che, eventualmente, potranno fare sesso con lei, pagandola o in altro modo compensandola, in separata sede – Tizio commette un reato che prevede una pena da sei a dodici anni di carcere.

    Se Tizio porta una prostituta professionista minorenne a casa di Caio, in modo che Caio possa valutare se farci o non farci, pagandola o in altro modo compensandola, del sesso, Tizio uno commette un reato che prevede una pena da sei a dodici anni di carcere.

    Se Tizio porta una prostituta professionista minorenne a casa di Caio, in modo che gli amici e conoscenti di Caio possano vederla, ed eventualmente decidere di fare sesso con lei, pagandola o in altro modo compensandola, in separata sede, Tizio commette un reato che prevede una pena da sei a dodici anni di carcere. Se Caio è d’accordo con Tizio, è complice nel reato.

    Insomma, Bart: mi pare bizzarro sostenere con tanta sicurezza che non ci sia stato alcun reato. La domanda è semplice: che cosa ci faceva quella ragazza in quella casa? Perché era lì? Chi ce l’aveva portata? Essendo lei una prostituta di professione, ed essendo noto che il padrone di casa talvolta si accompagna a prostitute, mi pare sensato farsi qualche domanda. E, visto che è sensato immaginare che un reato vi sia stato, è sensato fare qualche indagine.

    La ragazza, peraltro, il famoso 27 maggio, era stata beccata dalla polizia. Il suo normale destino sarebbe stato quello di finire in una comunità. L’intervento del presidente del consiglio ha provocato il suo affidamento alla signora Nicole Minetti. Nicole Minetti, a quel che s’è capito, non si è minimamente presa carico della ragazza. L’intervento del presidente del consiglio, quindi, non è servito – di fatto: non parlo delle intenzioni – a tutelare la ragazza; bensì ad abbandonarla a sé stessa.

  6. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 2 Novembre 2010 @ 11:17

    Sulla gestione dell’affido da parte della Minetti è faccenda che sarà valutata dalla magistratura.

    Per il resto, Giulio, al momento Ruby nega che vi siano stati rapporti sessuali tra lei e Berlusconi.
    La D’Addario disse di averlo consumato con Berlusconi e le abbiamo creduto.

    Salvo prova contraria, vediamo di credere anche a Ruby. Io, al contrario di te, non me la sento ancora di classificare Ruby una prostituta professionista.

  7. Commento by giuliomozzi — 2 Novembre 2010 @ 11:56

    Il guaio è, Bart, che questa povera ragazza sembra proprio essere, almeno da un paio d’anni, una prostituta professionista (vedi).

    Io auspico che la magistratura valuti se nella presenza di questa prostituta professionista minorenne in casa del presidente del consiglio vi sia stato o no un reato da parte di qualcuno (non necessariamente da parte del padrone di casa: io ti ho presentato quattro diverse ipotesi).

    La signora D’Addario fornì prove di quanto sosteneva. Ciò non impedì al ministro Frattini, vedi, di dire quanto segue: “Le accuse sessuali nei confronti del premier «non sono assolutamente vere »”, “ci sono «giornalisti che hanno pagato questa escort, questa prostituta, per fare queste pubbliche dichiarazioni contro il primo ministro »”. Frattini dunque ha mentito, giusto?

  8. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 2 Novembre 2010 @ 13:36

    E’ un mondaccio, Giulio. E il virus ha infettato non solo la classe politica, ma anche tutta la società.
    Mi sto impegnando in questo dibattito politico, perché mi sono posto un obiettivo frutto di una scelta, che può essere anche sbagliata, ma ne pagherò volentieri le conseguenze, almeno quelle psicologiche e morali, se avrò sbagliato.

    Non mi fido più di nessun politico. Nella società tendo, invece, ed è una mia contraddizione, a fidarmi di tutti. In quest’ultimo caso sbagliando. Ho aiutato persone che non lo meritavano.

    Mentre per la società civile sono un po’ smarrito (mi faccio convincere facilmente), non altrettanto sono disponibile per la classe politica. Qui non cedo ai sentimentalismi.

    Ed è qui che sono riuscito a pormi l’obiettivo e a perseguirlo con tenacia. La mia stella polare (l’ho scelta con convinzione) è unicamenete il voto popolare. Anche il popolo può sbagliare? Certo. Ma chi meglio del popolo, secondo me, merita fiducia? In democrazia è il popolo che sta al centro della sovranità. Ed io accetto questa sovranità, senza condizioni,  anzi mi sto battendo, come avrai letto,  per una riforma costituzionale che non dia più luogo a fasulle interpretazioni di comodo. Perché secondo me già l’attuale Costituzione non consente i ribaltoni.Ma siccome i legulei si divertono coi bizantinismi, è tempo di chiarire una volta per tutte.

    Dunque il popolo. E il popolo ha scelto, più di una volta, Silvio Berlusconi, conoscendone i limiti e i vizi.  Perciò Silvio Berlusconi va tutelato da tutti i tentativi che vogliono farlo cadere per vie estraparlamentari.

    Il caso Ruby è l’ultima, ma per poco, azione giudiziaria che si tenta contro di lui e che la politica cavalca per opportunismo. Non ti sei chiesto perché non ha cavalcato le menzogne e le pressioni in Rai di Fini, ben più gravi?

    Appena eletto nel 1994, si tentò con l’avviso di garanzia a Napoli, finito in una bolla di sapone, e da quel momento ci si è accaniti contro Berlusconi sempre per faccende che non avevano niente a che fare con il programma di governo. Ha prevalso l’antiberlusconismo a tutto tondo, svilendo il dibattito politico.

    Siamo al fango non per le abitudini private di Berlusconi, ma per le montature che se ne fanno per screditarlo e cacciarlo via dal governo.

    Questa non è politica, questa non è opposizione.

    Ho sempre considerato Berlusconi un imprenditore prestato alla politica. Quindi non un politico. Gli italiani lo hanno scelto, e continuato a sceglierlo, nonostante i suoi difetti. Ci sarà un motivo. Sì, il motivo è che si erano stancati della politica delle chiacchiere.

    Lo scherzo del estino è stato che alla politica del fare di Berlusconi si è contrapposto uno che di chiacchiere se ne intende, Gianfranco Fini, e ha bloccato ormai da più di un anno l’azione del governo.

    Oggi Berlusconi è stato messo all’angolo, non dall’opposizione, incapace e inetta, brava solo a cavalcare il gossip e il dossieraggio (non certo il Giornale con il caso Fini, la cui inchiesta ha portato alla verità sullo scandalo di Montecarlo), ma dal comportamento di un fascista che finge di essere democratico, ma da tutti i suoi atti emerge la sua spregiudicatezza, la sua sfrontatezza e la sua inclinazione al’autoruitarismo e al disprezzo delle regole.

    Vedrai che cosa succederà al nostro Paese se riusciranno a saldarsi il fascimo rosso di D’Alema e il fascismo nero di Fini.

    La situazione si è tanto inzaccherata di fanghiglia e di putridume chei io non voglio andare oltre con questo governo. Sto per Berlusconi perché è l’unico, a mio vedere, che può fare la rivoluzione moderna di questo Paese. Oggi ho meno speranze, perché ha mostrato di non avere la grinta che gli attribuivo.
    Si è fatto confondere dalle colombe e da quel pasticcione di Gianni Letta. Lo diceva Mao, non De Gasperi, che per fare le rivoluzioni ci devono essere delle vittime. Non si posso salvare capre e cavoli. Berlusconi ha paura dello scontro. E non so perché. Visto che i sondaggi – ne sono convinto anch’io -, tutti i sondaggi, lo danno vincitore insieme alla Lega Nord delle eventuali elezioni.

    Dunque il voto, ossia il ritorno agli elettori, ai cittadini. Di fronte alla attuale e incontrollabile frana di fango c’è solo una lavatrice (l’ho scritto ieri o ieri l’altro) che può fare pulizia: il voto. La mia stella polare è tutto sommato la più semplice e la più efficace. La campagna elettorale ci sarà comunque, visto che ci saranno le amministrative. Dunque, nessuno la può evitare.

    Tutto ciò che è successo fino ad oggi deve essere sottoposto al giudizio degli elettori. Se la maggioranza verrà riconfermata, non ci sono più ma che tengano. Vedremo il peso che le altre forze politiche, compreso il Fli, si vedranno assegnato dagli elettori.

    Si traccerà, dunque, uno spartiacque  tra l’oggi e il domani, e si potrà ricominciare, sgombrando il campo dalle impurità rappresentate dai gossip e compagnia bella.

    Questo discorso lo faccio dall’inizio dell’estate scorsa.   Insieme con Belpietro (un po’ meno Feltri). Stamani mi ha fatto piacere che Belpietro sia tornato con il suo editoriale a sostenere che l’unica soluzione per risolvere lo stato confusionale in cui è immersa la politica è il ritorno alle urne.

    Ieri, sempre su Libero, anche il bravo Franco Bechis, riprendeva la mia immagine della lavatrice. Parlava di sistola pulitrice, ma il  concetto era il medesimo.

    Oggi difendo Berlusconi perché espressione della volontà popolare. Ieri ho difeso Prodi quando D’Alema lo scalzò dal governo.
    Domani difenderò chiunque esca vincitore dalle elezioni, sia anche la persona più incapace tra i nostri politici.
    La sovranità popolare è una sola, e in democrazia va sempre difesa, anche se contraria al nostro punto di vista.

    Una stella polare semplice semplice come vedi. E, secondo me, l’unica che può fare un po’ di luce sul buio della nostra democrazia.

    L’ho fatta lunga, ma spero che ti sarai reso conto della passione civile che mi spinge a dedicare tutto questo tempo alla politica, e meno alla letteratura.

  9. Commento by giuliomozzi — 2 Novembre 2010 @ 14:49

    Ho letto tutto il pistolotto. Non ho capito in cosa consista la “rivoluzione moderna” promessa da SB. Sono affezionato anch’io alla volontà popolare: tant’è che, pur giudicando SB un farabutto e un puttaniere, non ho mai sostenuto che dovrebbe dimettersi. Peraltro, se il capo del governo è sospettato di aver commesso dei reati, mi sembra naturale che si facciano delle indagini; e non vedo perché si dovrebbe non farle.

    Hai dimenticato di rispondere alla mia domanda: non ti pare che, quella volta, il ministro Frattini mentì?

  10. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 2 Novembre 2010 @ 15:25

    Non ho risposto perché ho dato per scontato che la D’Addario sia andata a letto con Berlusconi (è accertato che è una escort professionista), e quindi non ho più seguito le fasi successive.

    Se Frattini ha mentito perché non si è alzato anche contro di lui il polverone delle dimissioni?
    Perchè lo si alza solo per Berlusconi?
    Non ti fa pensare a niente questa disparità di trattamento?

  11. Commento by giuliomozzi — 2 Novembre 2010 @ 18:22

    Ma, secondo te, Frattini ha mentito, sì o no?

    (Scusa se insisto, ma è così difficile avere da te delle risposte nette…).

  12. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 2 Novembre 2010 @ 19:46

    Io ti ho risposto, e tu non capisci, Giulio. Qui non si tratta di politica, ma di analisi delle parole.

    Ho scritto:
    “Non ho risposto perché ho dato per scontato che la D’Addario sia andata a letto con Berlusconi (è accertato che è una escort professionista), e quindi non ho più seguito le fasi successive”.

    Che significa:  l’ho dato per scontato, per i trascorsi della escort,  ma non mi sono interessato a verificare se si fosse consumato davvero l’atto sessuale. Io rispondo quando sono certo di quello che dico. Né mi sono curato di sapere in quale momento Frattini ha dichiarato la frase che riporti. Potrebbe anche averlo fatto quando gli sviluppi della vicenda erano ancora dubbi.

    Più chiaro di così. Fai difficoltà a capire, perché ti perdi per strada.

    La mia risposta sarebbe possibile solo a queste condizioni, che io non sono in grado di ricostruire.

    1 – Se fosse emerso da subito con certezza che tra la D’Addario e Berlusconi vi è stato atto sessuale.

    2 – Se Frattini  avesse fatto la sua dichiarazione ben conoscendo che era stato appurato con certezza che l’atto sessuale si era consumato.

    In questo caso, ma solo in questo caso avrebbe mentito. Fuori da queste due condizioni, potrebbe essergli concessa la buona fede.

  13. Commento by giuliomozzi — 3 Novembre 2010 @ 09:33

    Secondo te, Frattini quella volta, ha mentito?

    1. sì,

    2. no,

    3. non lo so,

    4. non lo so e non mi interessa saperlo,

    5. non lo so, e non mi pare sia possibile scoprirlo.

    Per aiutarti a rispondere: quanto Frattini dichiarò quelle cose, il 23 luglio 2009, le registrazioni in possesso della signora D’Addario (lettone di Putin e compagnia bella) erano già state depositate presso la magistratura, pubblicate nei giornali, diffuse in audio nella rete.

  14. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Novembre 2010 @ 11:31

    La risposta l’hai già avuta:

    La mia risposta sarebbe possibile solo a queste condizioni, che io non sono in grado di ricostruire.

    1 – Se fosse emerso da subito con certezza che tra la D’Addario e Berlusconi vi è stato atto sessuale.

    2 – Se Frattini  avesse fatto la sua dichiarazione ben conoscendo che era stato appurato con certezza che l’atto sessuale si era consumato.

    In questo caso, ma solo in questo caso avrebbe mentito.”

    Non te l’ho già data?

    Quindi:

    se quanto affermi, ossia che la registrazione è stata riconosciuta autentica, e che questo riconoscimento era già conoscenza di Frattini, Frattini ha mentito.

    Mi domando perché non sia stato fatto rilevare dai giornalisti con una campagna insistita come succede sempre  per Berlusconi.

    Si usano due pesi e due misure anche distinguendo tra persone e persone all’interno del Pdl?

    Forse Frattini è considerato una figura insignificante su cui non vale la pena di spenderci sopra una campagna giornalistica?

  15. Commento by giuliomozzi — 3 Novembre 2010 @ 13:20

    Be’, che c’era quella registrazione e che era autentica, lo sapeva ormai il mondo intero.

    Ma a te, ti sta bene un ministro che mente?

    Leggo ora quest’Ansa (qui), che cita brani da un’intervista resa da Berlusconi a Bruno Vespa:

    […] “Il Popolo della Libertà, lo ripeto per l’ennesima volta, – sostiene Berlusconi –   non ha mai messo nessuno alla porta, ma ha subito una scissione che evidentemente era stata preparata da tempo e aspettava soltanto un pretesto per consumarsi. Dunque, non si tratta di un’espulsione, bensì di un’autoesclusione”. “Fini non è mai stato cacciato. – sostiene il premier –   Il dispositivo della riunione   spiega tutto. Noi parlavamo di Fini come presidente della Camera e non come componente del partito. L’unico elemento concreto di quel documento fu il deferimento ai probiviri dei tre elementi più oltranzisti nell’azione critica nei confronti del governo. In ogni caso, quando una maggioranza nomina il presidente della Camera o del Senato, si aspetta, come minino, che essi condividano il programma legislativo che questa maggioranza e il suo governo presentano nella Camera di loro competenza”. […]

    Ora prova a leggere il “dispositivo” (qui):

    […] Le posizioni dell’On. Fini si sono manifestate sempre di più, non come un legittimo dissenso, bensì come uno stillicidio di distinguo   o contrarietà nei confronti del programma di governo sottoscritto con gli elettori e votato dalle Camere, come una critica demolitoria alle decisioni prese dal partito, peraltro note e condivise da tutti, e infine come un attacco sistematico diretto al ruolo e alla figura del Presidente del Consiglio.  
    In particolare, l’On. Fini e taluni dei   parlamentari che a lui fanno riferimento hanno costantemente formulato orientamenti e perfino proposte di legge su temi qualificanti come ad esempio la cittadinanza breve e il voto agli extracomunitari che confliggono apertamente con il programma che la maggioranza ha sottoscritto solennemente con gli elettori.Sulla legge elettorale, vi  è stata una apertura inaspettata a tesi che contrastano con le costanti posizioni tenute da sempre dal centro-destra e dallo stesso Fini. Persino il tema della legalità per il quale è innegabile il successo del Governo e della maggioranza in termini di contrasto alla criminalità di ogni tipo e di riduzione dell’immigrazione clandestina,  è stato impropriamente utilizzato per alimentare polemiche interne. Il PdL proseguirà con decisione nell’opera di difesa della legalità, a tutti i livelli, ma non possiamo accettare giudizi sommari fondati su anticipazioni mediatiche. […]

    Si milita nello stesso partito quando si avverte il vincolo della comune appartenenza e della solidarietà fra i consociati. Si sta nel Popolo della Libertà quando ci si riconosce nei principi del popolarismo europeo che al primo posto mettono la persona e la sua dignità. Assecondare qualsiasi tentativo di uso politico della giustizia; porre in contraddizione la legalità e il garantismo; mostrarsi esitanti nel respingere i teoremi che vorrebbero fondare la storia degli ultimi sedici anni su un ”patto criminale” con quella mafia che mai come in questi due anni  è stata contrastata con tanta durezza e con tanta efficacia, significherebbe contraddire la nostra storia e la nostra identità. Per queste ragioni questo ufficio di Presidenza considera le posizioni dell’On. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l’attività politica del Popolo della Libertà. […]

    Ti sembra sia vero che Gianfranco Fini “non è stato espulso”?

  16. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Novembre 2010 @ 14:33

    Frattini.
    Non mi sta bene che un ministro mentisca. Come non mi sta bene la menzogna in generale. Salvo che non sia fatta a fin di bene.

    Fini.
    Tu mi insegni che per classificarla espulsione ci deve essere scritta la parola inequivocabile.

    Questo documento, poiché la parola espulsione manca (come manca per Granata, Bocchino e Briguglio, che non sono stati espulsi ma rinviati al collegio dei Probiviri) non può definirisi di documento di espulsione, bensì una forte riprovazione nei confronti di Fini.

    Un invito a cambiare, a mutare atteggiamento. Magari l’espulsione vera e propria sarebbe seguita con una deliberazione successiva, se Fini avesse continuato. Se si espelle, ci deve essere scritto.    
    Del resto, il documento diceva anche:

    “Le cronache giornalistiche degli ultimi mesi testimoniano d’altronde meglio di ogni esempio la distanza crescente tra le posizioni del PDL, quelle dell’0n. Fini e dei suoi sostenitori, sebbene tra questi non siano mancati coloro che hanno seriamente lavorato per riportare il tutto nell’alveo di una corretta e fisiologica dialettica politica. Tutto ciò è tanto più grave considerando il ruolo istituzionale ricoperto dall’On. Fini, un ruolo che è sempre stato ispirato nella storia della nostra Repubblica ad equilibrio e moderazione nei pronunciamenti di carattere politico, pur senza rinunciare alla propria appartenenza politica. Mai prima d’ora è avvenuto che il presidente della Camera assumesse un ruolo politico così pronunciato perfino nella polemica di partito e nell’attualità contingente, rinunciando ad un tempo alla propria imparzialità istituzionale e ad un minimo di ragionevoli rapporti di solidarietà con il proprio partito e con la maggioranza che lo ha designato alla carica che ricopre. L’unico breve periodo in cui Fini ha “rivendicato”nei fatti un ruolo superpartes è stato durante la campagna elettorale per le regionali al fine di giustificare l’assenza di un suo sostegno ai candidati del PDL”.

    “Di conseguenza viene meno anche la fiducia del PdL nei confronti del ruolo di garanzia di Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni. L’Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà ha inoltre condiviso la decisione del Comitato di Coordinamento di deferire ai Probiviri gli onorevoli Bocchino, Granata e Briguglio”.

    Fini non si è dimesso (nemmeno ha fatto il gesto) dall’incarico istituzionale, come avrebbe dovuto, secondo i precedenti, mentre ha colto al volo l’occasione che cercava, ossia di lasciare il partito, che gli stava stretto, e di formarne uno nuovo.

    Tutta la sua azione precedente, come il documento correttamente sottolinea, era volta proprio a provocare un documento sanzionatorio nei suoi confronti, che gli consentisse di forzare la mano e andarsene.

    Dunque: Fini ha fatto di tutto per avere un documento sanzionatorio. Ne ha approfittato per la parte che gli interessava (uscire dal partito, accusando  strumentalmente di essere stato espulso. Del resto il Pdl non ha mai parlato di espulsione e ha sempre respinto l’interpretazione strumentale di Fini), mentre non è ha tenuto conto a riguardo della sfiducia che il partito che aveva concorso con la Lega Nord ad eleggerlo gli ha dichiarato.

    Non è un’espulsione, ma un forte richiamo a mutare atteggiamento.
    Fini poteva cambiarlo e limitarsi a dissentire all’interno del partito e non utilizzando la sua carica istituzionale. Tutto si sarebbe chiuso lì.

    Ma questo non è mai stato l’obiettivo di Fini, e la dimostrazione l’hai avuta proprio con i suoi comportamenti successivi.

    Ti ripeto, Fini è un fascista dei peggiori, spregiatore  delle regole e della legalità, al contrario di quanto afferma. Basterebbe metterlo a capo del governo (non sia mai!) per averne la prova.

    Se poi si unirà, in un progetto comune di governo, con D’Alema, saranno guai seri per l’Italia e per noi poveri cristi.

    Stiamo attenti a sparare cannonate contro Berlusconi e a non accorgerci  di ciò che si sta muovendo in modo strisciante e pericoloso. Meglio un Berlusconi così che il fascismo rosso e nero al governo.
     

  17. Commento by giuliomozzi — 3 Novembre 2010 @ 15:57

    “Tutta la sua azione precedente, […], era volta proprio a provocare un documento sanzionatorio nei suoi confronti”. Questa è una interpretazione; non è un fatto.

    “Fini è un fascista dei peggiori”. Non per nulla alleato di Berlusconi per sedici anni.

  18. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Novembre 2010 @ 16:16

    Ne è alleato anche Bossi, un altro che non stimo.
    Ma ciò su cui ho puntato è la modernizzazione dello Stato, pronto a turarmi il naso.

    Invece sarò becco e bastonato.

    Degli altri, dell’opposizione, non parlo neppure. Fiducia in loro: zero.

  19. Commento by giuliomozzi — 3 Novembre 2010 @ 19:00

    Non mi risulta che SB abbia progetti di modernizzazione dello Stato. Mi risulta che abbia progetti di privatizzazione dello Stato. E non è proprio la stessa cosa.

  20. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Novembre 2010 @ 20:43

    Se facesse le riforme che aveva promesso,  sarebbe modernizzazione. Ma ormai ne dispero.

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