STORIA: I MAESTRI: Napoleone: Fu vera gloria?26 Maggio 2015 Non sapeva fermarsi Forse sappiamo su Napo leone più di quanto non co nosciamo di qualunque altro personaggio storico; eppure su di lui sono ancora possi bili giudizi molto diversi. Può esser considerato uno spietato egoista o un gran patriota francese, ovvero può esser ma gnificato come un grande in ternazionalista. Si è detto che egli affrancò in Europa i gruppi nazionali soggetti; o, invece, che egli non fece al tro che opprimerli. Alcuni sto rici affermano che egli portò a termine brillantemente i grandi sogni della Rivoluzione francese; altri sostengono che li distrusse. Ma qualunque sia la ri sposta data a questi temi ge nerali, la maggior parte dei non – deterministi ammetterà che la sua influenza fu im mensa e che â— più di ogni altro uomo dei tempi mo derni â— egli forzò la storia fuori da quello che sembrava il suo corso naturale. Come soldato, anche se l’arte della guerra è di gran lunga la me no accettabile delle arti, egli costituisce, naturalmente, di per sé un fuori classe. Come legislatore, come apostolo del l’accentramento amministra tivo â— un contrapposto al feudalesimo e all’ancien re gime â— egli lasciò un mar chio indelebile ben al di là delle frontiere d’Europa. Chi ammira le conquiste militari e l’imperialismo, chi è con trario all’istituto parlamenta re guarderà a quest’uomo co me al grande liberatore; ma anche quelli che hanno un di verso punto di vista non pos sono esimersi dal considerarlo un grande uomo, infinita mente affascinante, un uomo che portò un virtuosismo qua si inesauribile in qualsiasi co sa si provò di fare. Il virtuosismo, comunque, può essere negativo o positi vo, e molte delle imprese di Napoleone furono peggiori dei delitti; vi furono anche er rori per i quali egli e forse anche noi abbiamo dovuto sof frire. Gli assassini di Palm e d’Enghien furono tanto a suo danno che a suo discre dito. « Il faut du sang », egli disse al Consiglio di Stato mentre molti altri innocenti venivano mandati a morte in base ad un falso calcolo sul la raison d’état. « Un uomo come me poco si cura della vita di un milione di uomi ni â— così comunicava a Met ternich nel 1813 â— seppellirò il mondo sotto le mie rovine ». Ma alla fine questa sfrenata bramosia di potere trasse la propria vendetta. Sebbene Na poleone più tardi avesse crea to la leggenda splendidamen te impudente che tutte le sue guerre erano state difensive, in effetti nel suo comporta mento c’era un vizio che lo rendeva aggressivo. A dispetto della sua mera vigliosa intelligenza, egli man cò di quell’equilibrio e di quel la misura che avrebbero po tuto far durare molti dei ri sultati da lui conseguiti; e dopo il trionfo di Austerlitz egli sembra avesse perduto del tutto l’autocontrollo e il senso della misura. Il suo ca rattere lo spingeva a portare ogni cosa all’eccesso, in una sconfinata bramosia di poten za e desiderio di distruzione. Non seppe mai quando fer marsi. Non c’erano limiti ai quali egli, concepibilmente, si sarebbe potuto arrestare, tran ne il dominio del mondo o la catastrofica disfatta militare. La Francia, naturalmente, fu la maggiore a soffrirne: senza le rovine provocate dal le guerre napoleoniche essa avrebbe potuto dominare nel XIX secolo come aveva fatto nel XVIII. Fu una orgogliosa vanteria di Napoleone quella che, dei 300.000 uomini perdu ti nella campagna di Russia, solo 30.000 erano stati i fran cesi; tuttavia fu sacrificata un’intera generazione di gio vani francesi e alla fine egli lasciò la Francia con le fron tiere più ristrette di prima, con la fiducia e lo spirito di iniziativa corrosi dal dispoti smo, con il popolo ridotto di nuovo da cittadini, a sudditi. Sebbene egli fosse stato un vero titano, le imprese di Na poleone non sempre durarono tanto a lungo quanto egli avrebbe potuto sperare. La li bertà repubblicana sopravvis se lungamente in Francia do po il collasso della sua effi mera monarchia. Declinò la inetta e frivola famiglia Buo naparte per la quale egli senza scrupoli aveva depre dato contribuenti e gallerie d’arte d’Europa. Il mite pon tefice che aveva imprigionato e maltrattato trionfò su di lui. Così fece il popolo di Spagna per il quale egli aveva osten tato disprezzo; altrettanto fe cero i russi e gli inglesi che, ugualmente, egli aveva sba gliato nel valutare con appro priato senso realistico. E’ vero, il codice napoleonico gli so pravvisse; ma gli storici an cora sono divisi circa il ruolo che egli ebbe nella sua elabo razione, così come sulla vera tendenza e sul contenuto di esso. Per quanto riguarda il risveglio delle nuove nazioni in Europa, esso fu senza dub bio un effetto della scossa del suo attacco, ma non fece par te dei suoi disegni. Né lo fu il diffondersi delle idee li berali. Un’altra involontaria eredi tà del periodo napoleonico fu quella di persuadere francesi ed europei che le guerre ben poco apportano, tranne la di struzione, neanche quando le si vincono; e forse a ciò è do vuto, in parte, il secolo così â— relativamente â— tranquillo che seguì. Inoltre Napoleone fece sì che la sua stessa gene razione e quelle successive si rendessero conto che il potere corrompe, e che il potere as soluto deve sempre essere li mitato se si vuole che la ci viltà sopravviva. Se queste le zioni dovevano essere corret tamente apprese, forse si do veva ben pagare il terribile prezzo in massacri, in tribu nali speciali, in disprezzo per la libertà e la dignità umana. Letto 2036 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. 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