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STORIA: Il Natale di Roma

22 Aprile 2013

Il 21 aprile il Ventennio celebrò il Natale di Roma, ebbe l’ambizione dei Fori Imperiali e della Statuaria Classica, cercò di riequilibrare, d’accordo con il Re, un Cattolicesimo “pacifista rinunciatario”e si impadronì di tutti gli orpelli delle legioni romane con l’idea di ricrearne lo spirito.
E in effetti nel 40-45 gli Italiani combatterono da bravi su tutti i fronti interni ed esteri, nazionali e continentali, contro e a favore di tutti. Più concretamente Gentile introdusse lo studio del latino nelle Medie Inferiori e questo gli costò la vita.
Tuttavia, il porre l’accento, i riflettori, gli studi, sulla Roma Imperiale piuttosto che sulle virtù repubblicane, ha contribuito nel dopoguerra a un giudizio negativo sulla civiltà romana, nel quadro del rifiuto degli imperialismi “accettati" solo se si rivestono di ragioni umanitarie.

Il mito di Roma aveva oscurato la storia del vicino oriente antico, preda moderna degli Alleati vittoriosi: là era il petrolio, ma là erano anche le “radici”. A partire dall’800 e in particolare con l’impegno degli studiosi tedeschi, veniva decifrata la scrittura cuneiforme, venivano alla luce migliaia di tavolette-documenti, città sepolte, Zigurot, giardini pensili, immensi palazzi, statuaria di mostruosi animali componibili e si delineava la storia del più crudele imperialismo del quale si abbia notizia: quello assiro-babilonese: il terrore e l’odio come forma di dominio: “attrezzature di guerra ammassate nei più remoti villaggi- uso efferato delle armi-appropriazione del patrimonio dei popoli soggetti” Sargon aveva metodi suoi propri:” riunite immediatamente i vostri prefetti con i cavalli nei vostri punti di raduno per la cavalleria: chiunque è in ritardo sarà impalato all’interno della propria casa e chiunque storni (contingenti) delle città a proprio vantaggio, sarà impalato nella propria casa e i suoi figli e figlie saranno macellati per suo proprio ordine”(F.Mario Sales, L’impero assiro).
Evirazioni, membra amputate, nasi mozzati, accecamenti.Il profeta Isaia, di importante famiglia sacerdotale, che indicava l’Egitto come rifugio, finì segato nel tronco di un albero.I popoli vicini erano sistematicamente spogliati non solo delle ricchezze, ma dei più abili artigiani e maestri ed è forse da qui che fuggirono in Europa i futuri costruttori delle cattedrali.

I Greci e i Romani fecero barriera non solo con le armi, ma con la cultura e la statuaria che esalta la bellezza, l’armonia, l’intangibilità del corpo umano, poi ripresa nel Rinascimento dopo la caduta di Bisanzio, infine nel Ventennio in una unione ideale con la Romanità.


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Bart