Libri, leggende, informazioni sulla città di LuccaBenvenutoWelcome
 
Rivista d'arte Parliamone
La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

STORIA: Ipazia e il processo lungo al vescovo Cirillo

20 Aprile 2011

di Costanza Caredio

Alessandria d’Egitto,    V secolo d. C. Ipazia era una illustre studiosa,    figlia del grande matematico Teone.  La matematica,    ben più della retorica   era la scienza che permetteva ai Greci,    di costruire ordigni bellici con i quali esercitavano la loro egemonia nel Med. orientale. Più oltre vi erano i vecchi imperi dei Parti: un territorio mai dominato da Roma,    con un retroterra immenso,    tradizioni antiche,    sistemi di potere forti,    espressi da re e da caste sacerdotali ricche e fastose. Nel IV secolo l’imperatore illirico Costantino spostò la capitale in Asia Minore,    chiaro segno che il maggiore pericolo veniva da Est. Inoltre unificò il sistema religioso allo scopo di raccogliere tutti in una unica chiesa universale. Lo spagnolo Teodosio (347-395) spogliò i templi pagani per fare cassa,    e pagare i soldati,    e i retori di corte (Agostino,   Ambrogio,   Crisostomo) giustificarono l’operazioni raccomandando comunque,   di astenersi dalla violenza. Gli Ebrei,    ostili a Roma,    dopo la distruzione del loro  stato,    furono messi sotto controllo e emarginati,    per timore di intese con   i Parti. I vescovi,    in origine supervisori contabili,    acquistarono maggior potere civile,    economico e religioso,    e affiancarono i prefetti,    ma anche si accreditarono come autorità di riferimento per la popolazione.  Rimanevano ostili le popolazioni ai margini del deserto,    con un territorio di azione antiromano e antiellenistico,    che andava dall’Arabia Felix,    alla Palestina,    all’Egitto sino alla Spagna e oltre  ,    nelle vecchie colonie fenicie.

Dunque il vescovo di Alessandria,    Cirillo all’inizio del V secolo rappresentava la religione ufficiale cattolica e affiancava i prefetti con un programma pacifista e moraleggiante. per conciliarsi la popolazione. I Vescovi erano a loro modo una Militia Christi,    a difesa di un impero rinnovato,    pacificato e egalitario. (s. Paolo)

Rimanevano fuori dal “cattolicesimo”,   l’opposizione nazionalista ebraica,    protagonista di sanguinose rivolte nei secoli precedenti,    ad Alessandria,    in Cirenaica e a Cipro.  Ma al primo segnale di disordini,    Cirillo li cacciò.  L’opposizione più violenta e irriducibile era quella dei monaci e degli eremiti che vivevano in grotte ai fianchi delle montagne e che rifiutavano in toto la civiltà occidentale: organizzazione cittadina,   strade, terme,    biblioteche,    valori. Antifemministi assoluti,    rifiutavano ogni compromesso,    dividevano l’umanità in santi e dannati,    in uno schema manicheo,   “facevano una vita da porci e compivano crimini innominabili” (Eunopio,    storico greco coevo).  Roma aveva cercato di conciliarli e di infiltrarli (Gerolamo),   ma senza risultato,   anzi divennero una bandiera.

Accadde che uno di essi (Alessandria 415),    Ammonio,    prendesse a sassate il prefetto Oreste,   che attraversava la città in carrozza e lo ferì. Ammonio fu prontamente giustiziato dai soldati di Oreste,    ma il vescovo Cirillo lo proclamò “santo subito”.  Per convinzione? per una politica di “dialogo e apaisement”?

Non servì: i monaci decisero di abbattere la donna,    amica di Oreste,    simbolo della cultura,    civiltà e potere occidentale: la matematica Ipazia.  Lo fecero con le stesse feroci modalità con le quali i Romani avevano martirizzato il leader   ebreo Akiba,    instancabile organizzatore di rivolte contro Roma e di connessioni con Babilonia : fu scarnificato con pettini di ferro,    come Ipazia lo fu con gusci di conchiglie.

Quello di Ipazia fu un delitto commissionato dal vescovo  Cirillo? o la spontanea reazione di un popolo stufo di pagare tasse per guerre e civiltà non sue? A ognuno la risposta.

Ma i marchingegni ideologici,    messi in opera dalla gerarchia cristiana,    rimasero nel DNA della Chiesa Universale: antifemminismo,    pacifismo incondizionato,    elogio della povertà e della castità,   pessimismo sulle istituzioni umane.


Letto 2053 volte.


Nessun commento

No comments yet.

RSS feed for comments on this post.

Sorry, the comment form is closed at this time.

A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart