STORIA: LETTERATURA: Salomé
5 Ottobre 2012
di Costanza Caredio
La storia di Salomé la troviamo solo nei Vangeli di Matteo e Marco. Non c’è altra traccia. Essa danza davanti al tetrarca Erode Antipa e, in ricompensa, su suggerimento della madre Erodiade, chiede la testa del Battista. A chi è destinata questa strana storia e chi voleva colpire o coprire? Certamente Antipa, poi fra i responsabili della morte di Gesù. Antipa fu esiliato a Lione da Caligola con l’accusa di preparare una guerra contro Roma (come poi accadde nel 70) con l’appoggio dei Parti. Accuse efficaci, poiché i Romani temevano da sempre un’alleanza degli Ebrei con i Parti, sollecitata dalla loro grande comunità di Babilonia.
Giovanni viveva ai margini del deserto – rifugio di tutti gli oppositori, briganti o profeti e “aveva molti seguaci”.
Il Battista fu decapitato, ma questa pena era riservata ai cittadini romani; agli altri spettava di essere torturati e crocifissi. Dunque, ai Giudei, ma anche ai Romani era dovuta una giustificazione che il racconto dei Vangeli fornì. Il Battista fu seppellito in Samaria.
La Palestina del tempo era tutt’altro che unita: alla Galilea situata al nord del paese era stato imposto il Giudaismo poche generazioni prima; la Samaria era una regione centrale, i cui abitanti originari erano stati deportati e dispersi dagli Assiri (secolo VIII a.C.), e fu poi colonizzata dai Macedoni dopo Alessandro Magno. Un melting pot di origini diverse, mai più rifiorita dopo il regno di Salomone.
Era dunque una rivolta filo-romana che il Battista preparava? La storia di Erodiade e Salomé e l’esilio di Antipa, cancellarono le tracce, ma il popolo cristiano non dimenticò.
Pittori (Giotto, Donatello, Caravaggio fra i più noti), poeti, scrittori e musicisti si alternarono nei secoli per tramandare il ricordo dei due protagonisti, giovani e belli, che forse erano attratti l’uno dall’altro (Oscar Wilde)La loro età li rese innocenti e immortali.
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