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Un’altra chance al Pdl?

3 Febbraio 2013

Credo di essere tra i più delusi della governance di Berlusconi.
Promesse tante, fatti pochi. Qualcuno che è intenzionato a votare Monti, in risposta alle mie critiche che Monti ha sbagliato tutto sin dal principio (si ascolti Luttwak, qui), mi risponde che Monti ha trovato dei forti ostacoli, altrimenti avrebbe realizzato il suo programma. Gli faccio notare che è la stessa giustificazione addotta da Berlusconi, il quale fa espressamente i nomi di Casini e di Fini quali boicottatori del suo governo.
Dunque chi giustifica Monti, deve giustificare anche Berlusconi.

Ma io sono più severo. Monti l’ho sempre considerato sin dal principio uno che di economia pratica (cioè non accademica=astrusa) non capisce un’acca. E alla sua persona associo quella di Napolitano che lo ha voluto (si dice su pressioni della Merkel) e che con lui ha fatto naufragio. Se Napolitano si fosse limitato a fare il capo di Stato secondo i poteri circoscritti che gli assegna la costituzione, avrebbe salvaguardato di fronte alla storia la limpidezza e l’ortodossia del suo mandato. Invece, preso chi sa da quale smania napoleonica, ha voluto strafare e così ha imposto al Paese una sua politica personale, la quale ha prodotto:

– il disastroso caso Monti,

– l’allargamento “incostituzionale†della sua immunità,

– pesanti interferenze tutte a senso unico in favore della sua parte politica, da ultimo l’invito di qualche giorno fa alla politica e alla stampa di non insistere sullo scandalo Mps che – tutti sappiamo – coinvolge uomini del Pd.

Nel Pdl invece ho avuto molta fiducia, credevo Berlusconi forte abbastanza da reggere i colpi degli avversari e di avviare finalmente la riforma dello Stato, che appare ormai un carrozzone arrugginito in cui si nascondono malafede, personalismi, corruzione, e un’infinità di altri vizi tutti orientati al depauperamento dello Stato e dei cittadini.

Dunque: Berlusconi mi ha deluso dopo avermi dato la speranza. Altra cosa da Monti, le cui scarse doti di governance mi sono parse subito evidenti, come si può vedere anche dagli articoli di questo blog scritti dal novembre 2011.

Oggi scopro da “Dagospia†che in Europa il nomignolo affibbiato a Mario Monti è quello di sherpa, vale a dire di un esecutore di ordini, ossia una persona non in grado di farsi valere per capacità e carismi personali. I fatti lo hanno ampiamente dimostrato.

A Berlusconi, invece, avevo attribuito capacità e carismi in abbondanza, ed invece non li ha saputi valorizzare nei confronti di piccoli uomini come Fini e Casini; ha subìto le loro resistenze e – colpevoli anche alcuni suoi inappropriati e timidi consiglieri – ha via via rinunciato a realizzare gli impegni presi con il suo elettorato.

Oggi Berlusconi si ripropone con un analogo programma di riforma dello Stato, e spera di ottenere con ciò il consenso degli italiani al suo ritorno alla guida del governo.

Il mio pensiero è questo: nessuno ormai riuscirà a riformare il nostro Stato. La cancrena lo ha distrutto. O lo si ricostruisce da capo, con una nuova, breve e incisiva fase costituente,  o dovremo rinunciare a parlarne fino a che nuove condizioni politiche e sociali, nuovi e più coraggiosi leader non compariranno con fermenti ed idee tipicamente rivoluzionarie. Ho chiamato questa fase: rivoluzione bianca. Ma siamo ancora agli inizi, e ciò che si sta muovendo ha bisogno di molto tempo prima di prendere posto nella coscienza civile.

Berlusconi tuttavia una promessa l’ha mantenuta: l’eliminazione a suo tempo dell’Ici sulla prima casa, una tassa odiosa che è stata ripristinata da Monti chiamandola con lo stesso nome, Imu, di quella prefigurata da Tremonti, la quale era tutt’altra cosa. Ossia l’Imu tremontiana era l’Imposta Municipale Unica, destinata ad assorbire tutte le imposte del comune in un’unica imposta, appunto l’Imu. Non si prevedeva affatto la tassa sulla prima casa, come ha cercato di propagandare Monti.

Berlusconi abrogò l’Ici alla prima riunione del consiglio dei ministri, come promette di fare oggi per l’Imu.

Io ci credo. Sono sicuro che almeno questa promessa sarà mantenuta, giacché fu mantenuta anche la volta scorsa. Come la volta scorsa, anche questa volta l’abolirà alla prima riunione del consiglio dei ministri.

Gli altri partiti in principio hanno risposto che la proposta di Berlusconi era una follia, poi hanno cominciato a muoversi nella stessa direzione con promesse di tagli alle tasse.

Sono dell’avviso che a questi partiti che si sono accodati non si deve credere e che la loro è pura e sterile propaganda elettorale, mentre è credibile la proposta di Berlusconi, in   quanto già mantenuta in una precedenza esperienza di governo.

Tutto il resto dei programmi dei partiti, siano essi di centrodestra che di centrosinistra è fuffa, in quanto nulla sarà realizzato. Non ce l’ha fatta la maggioranza sesquipedale di Berlusconi, non ce la farà la maggioranza traballante che si profila all’orizzonte. Inutile dunque vagheggiare e andar dietro a una visione ideale dello Stato, che, con questi politici, resterà sempre uno specchietto per gli allocchi.

Gli elettori – a mio avviso – dovranno concentrarsi unicamente sul proprio “particulare”, cioè sulle proposte concernenti le tasse. Siamo arrivati al punto che tutti le vogliono ridurre, ma chi è più credibile?

Vi sembra ragionevole dare di nuovo una chance a Berlusconi? Sto cominciando a pensare di sì. Berlusconi è sempre stato il più cauto a manovrare la leva fiscale (soprattutto in difesa dei ceti medi), e l’unico che abolì la tassa sulla prima casa, mantenendo la stessa promessa (eliminare l’Imu sulla prima casa) che ci fa oggi.

Come Berlusconi, anch’io sono convinto che le minori entrate dell’erario si possono abbondantemente coprire con la riduzione dei costi della macchina dello Stato, a cominciare da quella dispendiosa del quirinale.

P.S. Alle ore 12 Berlusconi ha annunciato che assumerà le seguenti decisioni nel primo consiglio dei ministri in caso di vittoria: qui.


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Bart