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La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

VARIE: La mia vita con le oche

9 Luglio 2022

di Bartolomeo Di Monaco

Mi sono rimaste 3 oche: Rachele, Giosuè e Ismaele. Agar si trova da qualche giorno presso un’altra famiglia. Non sta ancora bene, ma l’accudiscono con molta attenzione e soprattutto con tanto amore.
Ormai ho deciso che giunto a 80 anni dovevo aprire un altro capitolo della mia vita e considerare chiusi i precedenti: l’infanzia-adolescenza; gli anni di scuola; quelli del lavoro e quelli dedicati alla letteratura. Di essi, col passare del tempo, restano e resteranno brandelli di memoria.
Ora trascorro il mio tempo con le mie oche. Quando, sbrigate poche consultazioni al pc, esco all’aria aperta, le cerco e le chiamo affinché mi seguano dove andrò a sdraiarmi: nell’albereta, o nel frutteto, o sotto la pergola di glicini.
Qualche volta, appena le chiamo una ad una, mi seguono subito, in ordinata fila indiana. Altre volte mi ascoltano e non si muovono. Ma ormai le conosco. Vado a sistemarmi sulla sedia a sdraio prescelta e le attendo, chiamandole ogni tanto per nome. Passa poco tempo ed eccole comparire. In fila indiana. Mi becchettano le dita dei piedi, o il braccio; comincio a parlarci, cerco di accarezzarle, ma solo Giosuè lo consente, le altre due sono più diffidenti. Mi trattengo con loro per delle ore, parlandoci e osservandole. Ogni tanto chiudono gli occhi, paiono dormire in piedi, e non si allontanano. Poi si accucciano e non si muovono più per molto tempo. Giosuè è quello più restio ad accucciarsi. Sembra faccia la sentinella, con il collo ben eretto e gli occhi spalancati. Gira continuamente il capo in qua e là. Sembra voler proteggere gli altri, sebbene Ismaele sia più grosso di lui. Ma Giosuè è il più aggressivo. Quando gioco con lui, non si arrende mai; vuol vincere la nostra competizione.

Sono ore magnifiche quelle che trascorro con loro. Sopra il capo, saltando da un ramo all’altro, si muovono gli uccelli, scuotendo rami e foglie. Soprattutto merli. Le cicale, sollecitate dalla calura, friniscono a più non posso.
Sento di essere immerso nella natura. E’ quello che voglio. Nient’altro mi interessa più dell’ascoltare le voci della natura, mie compagne. Sono felice.


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart