Finalmente qualcuno che parla chiaro17 Novembre 2012 Che sollievo! Finalmente ho letto un articolo che dice pane al pane e vino al vino. È di Arturo Diaconale e lo si può leggere sull’Opinione, qui. “Ogni quattro o cinque anni, a seconda delle Costituzioni, il popolo sovrano è chiamato a scegliere i suoi rappresentanti. Il ché può dispiacere o può anche irritare. Ma non può essere in ogni caso evitato. Ora capita nel nostro paese che, per venire incontro alle richieste, sollecitazioni ed esigenze della Casa Bianca, delle istituzioni finanziarie internazionali e delle cancellerie europee e nella convinzione di perseguire il bene della comunità nazionale, il nostro attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si sia messo in testa che l’accidente delle elezioni, pur non essendo aggirabile, non debba e non possa rappresentare un intralcio alle volontà sovranazionali di cui sopra.†In modo sintetico, ma efficace, è scritto a chiare lettere quanto anch’io sto scrivendo da un anno. Ossia: Napolitano, o Re Giorgio come qualcuno lo chiama, ha deciso, sua sponte e senza che qualcuno lo abbia autorizzato a farlo, di uscire dai propri ambiti e praticamente consegnare l’Italia al ricatto dei poteri sovranazionali, i quali non agiscono affatto – come Napolitano crede o finge di credere – per i nostri interessi ma, dopo aver pilotato la crisi anche con lo strumento dello spread, vogliono comprare il nostro Paese con due soldi. Che cosa significa infatti la desertificazione a cui Napolitano e Monti stanno conducendo l’Italia, con la chiusura delle aziende e l’impoverimento dei cittadini? Semplice: significa la messa all’asta del nostro Paese, il quale è già diventato e sempre di più lo diverrà terra di conquista a basso prezzo. Un Paese che invece di risorgere è guidato verso la colonizzazione. Il risanamento di cui si parla (e qui) è un bluff. I dati che ho pubblicato qualche giorno fa certificano il vistoso peggioramento di ogni indicatore economico. Ciò significa che chi ci guida ci sta mentendo, sapendo di farlo. Ecco perché occorre qualcuno che faccia prima un’opera di demolizione, non del tessuto produttivo come sta facendo l’attuale governo, ma del tessuto istituzionale, che è marcio fin nel midollo e non è più curabile. Grillo è visto da molti cittadini come una specie di lanciafiamme (ma pure lui… si legga qui). Fatta questa opera, però, sarà necessario ricostruire tutti assieme. Si può ottenere tutto questo mantenendo in piedi l’attuale organizzazione dello Stato?  Può questa classe politica riformarlo? Muoviamoci presto, dunque, affinché la rifondazione possa avvenire in forme non violente. Infatti, se non ci sarà quella che io chiamo la rivoluzione bianca, dovremo attenderci un’altra rivoluzione, ispirata questa volta solo dalla rabbia e dall’odio, cattivi consiglieri, sempre. Letto 1259 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||