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La cassazione di Esposito e la prova logica

6 Settembre 2013

Quanti saremo in Italia ad aver letto la sentenza Esposito che ha condannato Silvio Berlusconi? Pochi, se si escluda un buon numero di magistrati, attratti dalla curiosità di leggere coi propri occhi le acrobazie ginniche esibite in tuta da ginnastica nelle pagine dei tre gradi di giudizio. L’ultimo, come i miei lettori hanno potuto verificare qui, è stato davvero un pedissequo copia e incolla dei precedenti due gradi, e i giudici del terzo grado si sono limitati a dare un semplice ok, senza perderci su molto tempo, e argomentando semplicemente che è stata dimostrata la “prova logica”.

Sapete che cos’è la prova logica? È la prova che, mancando quella prescritta dal codice, vale a dire la prova certa e concreta,   la si forma con il ragionamento. E se la difesa contrasta l’accusa e il giudice con una prova altrettanto logica, come la mettiamo? Per la cassazione non c’è questione. Prevale quella del giudice, poiché la cassazione, essendo chiamata a giudicare la legittimità dell’assunto, non può che farlo proprio se esso rispetta i canoni della logicità. E dunque la logicità che abbia il marchio di fabbrica del giudizio espresso dai precedenti gradi di giudizio prevale sulla logicità vantata dalla difesa. Con ciò mandando a farsi benedire il principio costituzionale che vuole favorita la parte più debole ove ci sia un pressoché equilibrio tra le ragioni di colpevolezza e le ragioni di innocenza.

In tutto l’iter del processo Mediaset, chi ha davvero letto le tre sentenze non può sottrarsi a questa constatazione: esso è tutto sostanziato nella descrizione di un giro di società fittizie sparse un po’ di qua e un po’ di là nel mondo, facenti capo a Mediaset, le quali figuravano fino ad un recente passato come venditrici alla stessa Mediaset allo scopo di fatturare il prodotto ad un costo maggiore. Il maggior costo abbassava l’ammontare dei redditi di Mediaset con conseguente risparmio di tasse, e quindi ecco configurarsi la frode fiscale.

Devo ammettere (ho un’esperienza bancaria) che tutte queste società e questi giri di fatture non appaiono limpide, e una volta dimostrato che le varie società (le quali entravano nel gioco di volta in volta alternandosi) facevano tutte capo alla Fininvest/Mediaset, non vi è dubbio che la loro intermediazione non aveva ragione di essere, era “fittizia”, come del resto i giudici dei tre gradi hanno affermato. E dunque a che pro la maggiorazione del costo?

Se dunque il ragionamento che suppone la frode fiscale ha trovato la sua prova documentale (società fittizie che emettevano fatture gonfiate a carico della società madre – Mediaset), esso subisce uno sbandamento nel momento in cui i singoli giudici intravvedono la possibilità di coinvolgere nella frode il loro nemico n. 1, quello che vuole abbattere il Pd e riformare la magistratura. La mente perciò si ottenebra e dimentica il principio cardine che vige nel diritto penale, ossia la responsabilità è sempre strettamente personale. Che significa? Significa che la condanna può colpire esclusivamente coloro che sono stati sorpresi con le dita nella marmellata.

Il lettore che ha davvero letto la sentenza, o anche il mio estratto delle parti che rilevano, avrà potuto notare che i nomi che ricorrono quali responsabili diretti delle varie operazioni incriminate sono diversi, e due in particolare: Bernasconi e Lorenzano, vertici Mediaset nel settore dei diritti cinematografici.
Gli accordi con le major, e in specie la Paramount, e le relative fatture che giravano in ogni singola operazione erano firmate o da questi due o da loro diretti sottoposti.
Non uno di questi accordi o di queste fatture porta la firma di Silvio Berlusconi. E allora dove la vanno a pescare, i giudici, la responsabilità diretta che prescrive la legge? In talune testimonianze basate su congetture ed ipotesi. Esse dicono che ogni tanto Bernasconi o Lorenzano andavano a trovare ad Arcore Silvio Berlusconi.

E tacchette, ecco la fregola che ha tratto fuori dal seminato i principi del diritto facendoli precipitare in una schifosa palude putrescente.

I giudici, senza alcuna prova di quanto succedeva in casa Berlusconi (tra lui e Bernasconi o tra lui e Lorenzano) hanno concluso che non potevano non parlare della frode che ad ogni acquisto veniva messa in opera, e concordarla. E, poiché l’opinione pubblica ormai era ed è stanca della scorciatoia giudiziaria del “non poteva non sapere” (che ha raggiunto ormai il ridicolo), ecco che c’è stata la grande pensata: non diciamo che Berlusconi non poteva non sapere, se no ci prendono in giro, (in realtà qualche volta hanno usato, per troppa abitudine, questa vuota espressione), ma troviamo un’altra formula. Quale? E così è successo che il geniaccio, che è sempre pronto a sedersi a tavola, ha tirato fuori la bacchetta magica e ha disegnato nell’aria la formula magica: la “prova logica”. Grazie ad essa si può condannare Berlusconi perché la logica, ossia il ragionamento, porta a concludere che egli fosse a capo (essendo il socio maggioritario di Mediaset) della organizzazione criminale.

La “prova logica”, dunque, è un’altra di quelle invenzioni che, sostituendo l’usurato e malvisto “non poteva non sapere”, darà del filo da torcere ai poveri disgraziati che, magari innocenti, finiranno sotto le grinfie della Repubblicana Inquisizione. La “prova logica” naturalmente non potrà mai essere reclamata in giudizio dalla difesa, ma il suo uso sarà esclusivamente riservato agli onnipotenti in toga nera.

Perché ho ripetuto tutto questo?

Perché ancora c’è qualche giornalista distratto (Antonio Polito, ad esempio, ieri, qui) che la sentenza Esposito se l’è fatta raccontare. Come hanno fatto alcuni testimoni nella causa Mediaset che riportano il “si dice” raccattato da chi sa chi, anche il giornalista del “Corriere” non si è ancora reso conto che la sentenza Esposito è un calcio nello stomaco inferto alla giustizia, e che va cancellata come obbrobrio giuridico. Chi la difende è colpevole nei confronti del diritto e della giustizia. Chi sostiene che questa sentenza va eseguita, e finge di non vederne le aberrazioni, è un diavolo uscito dall’inferno.

Ovviamente a Napolitano va la responsabilità di non aver immediatamente protestato e cancellato tutti gli effetti (nulli) di questa condanna. Ma se fosse vero ciò che leggo qui, anche Napolitano, come Polito, la sentenza se l’è fatta raccontare.


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9 Comments

  1. Commento by zarina — 6 Settembre 2013 @ 01:16

    Caro di monaco,
    mi complimento per il lavoro certosino di “sintetizzazione” di quel capolavoro giuridico.
    Che questa sentenza sia un obbrobrio costruito su misura per eliminare il cav   lo sanno tutti, a cominciare dai sinistri,   tanto è vero che dopo aver liquidato la faccenda con “le sentenze si applicano”,   la macchina politico-mediatica guidata dai soliti   manipolatori dell’informazione   ha abilmente spostato e sta mantenendo il dibattito su decadenza sì, decadenza no, grazia sì, grazia no, ossia   sugli effetti e non sulla causa,   che invece è   la pietra dello scandalo che bisogna continuare a contestare in ogni modo.
    Quel che mi indigna è anche constatare che parte del pdl e stampa non orientata a sx, si sono   lasciati trascinare nella   deviazione .
    Con l’unica eccezione di questo blog!

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Settembre 2013 @ 08:33

    Grazie, zarina. Nei prossimi giorni sarà interessante vedere se Berlusconi saprà resistere alle pressioni di ammorbidimento (temo di no) e il comportamento di alcune colombe.

  3. Commento by zarina — 6 Settembre 2013 @ 09:51

    A mio parere non c’è tempo da perdere.   A ritardare le decisioni   da prendere (drastiche!) si fa solo   il gioco degli avvesari (esterni ma anche interni) e quindi non bisogna più dare loro alcun vantaggio per organizzarsi. E’ evidente a tutti, tranne a chi non vuol vedere o capire, che è   stata dichiarata una guerra alla democrazia e che con un abile colpo di stato, pima striisciante ora sfacciato, si sta mettendo in piedi un regime totalitario   demenziale.
    Molti cittadini, distratti dal loro piccolo o   grande vivere quotidiano o abilmente “guidati” dalla disinformazione imperante,   non si rendono ancora   conto di ciò che è in gioco, e che non riguarda certo   berlusconi (questo è ciò che vogliono far credere agli ingenuotti).   Berlusconi   è stato utilizzato dalla nuova gioiosa macchina da guerra come una foglia di fico per coprire il loro vero obiettivo finale.    
     
     

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Settembre 2013 @ 11:28

    Appena avrò un po’ di tempo ho intenzione di scrivere un pezzo sullo scontro tra Napolitano e Berlusconi.

  5. Commento by zarina — 6 Settembre 2013 @ 14:33

    Ne uscirà, come al solito,   qualcosa di interessante da leggere.
    Ieri ho mandato una mail   al prigioniero politico   per descrivergli   il mio modesto punto di vista. Non so se arriverà mai a prenderne visione (ne dubito) ,ma ci ho provato ugualmente.

  6. Commento by Franco Cattaneo — 6 Settembre 2013 @ 14:49

    Io non ho mai capito perchè (a parte il pressoche incomprensibile giuridichese stretto) le sentenze debbano esser lunghe  centinaia (se non migliaia)  di pagine. Se uno è colpevole basta dire chi, quando, dove, come, citare le prove materiali  e le   testimonianze, eventualmente il perchè. Risultato: una decina di pagine chiare e  comprensibili a  tutti.    Le centinaia di pagine sono fumo che nasconde un arrosto carbonizzato. Poi si legge (credo la sentenza di convalida dell’arresto dell’assassino di Pinzolo) “preso in un vortice di passione e di violenza”. Neanche fosse un fotoromanzo…
    Cordialità
    Franco Cattaneo
       

  7. Commento by zarina — 6 Settembre 2013 @ 15:40

    Forse perchè in tal modo nessuno le leggerà e così non portà scoprire le castronerie e gli strafalcioni   che cotengono.
    (Ma non hanno fatto i conti con bdm!)

  8. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Settembre 2013 @ 19:24

    Tenetevi stretti. Su Libero c’è una notizia bomba: agli atti del processo ci sono parti della testimonianza di Franz Agrama che sono state praticamente occultate!.

    Leggete qui. Ditemi se tutto questo can can che sta succedendo (con Napolitano che pretende la richiesta di grazia da Berlusconi) può essere giustificato da una sentenza spregevole come questa, la quale la si considera inviolabile. Abbiamo toccato il fondo. Spero solo che Berlusconi non si arrenda alle varie sirene che stanno cantando.

  9. Commento by zarina — 6 Settembre 2013 @ 23:03

    Mi sembra un elementare principio di economia aziendale quello di fare una gestione oculata delle spese   cercando di ottenere il meglio al minor prezzo.
    Quindi se i prezzi rai erano tre volte tanto rispetto a quelli pagati da Mediaset,   è del tutto evidente che   Berlusconi faceva bene il suo mestiere di imprenditore,   mentre l’azienda pubblica NO,   facendo   pagare a noi contribuenti il triplo del prezzo di mercato.
    Allora   in base a quale parametro o riferimento quei signori hanno stabilito   che i prezzi pagati da Mediaset   fossero illecitamente gonfiati?   Sono andati a   palmi? O forse per “logica”?
    Più ci si addentra in quelle carte e più magagne   giuridiche vengono fuori.  
     
     
     

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